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Anch'io sono scrittura. L'autobiografia
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Anch'io sono scrittura. L'autobiografia - Octavio Paz - copertina
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Anch'io sono scrittura. L'autobiografia

Descrizione


Un’autobiografia finora inedita racconta Octavio Paz nel centenario della nascita.

«Mi chiedo da sempre: perché diamine scrivo quando sarebbe molto più comodo fare altre cose? La letteratura non è una professione piacevole: è un’attività noiosa e sedentaria e, come se non bastasse, comporta sofferenze e sacrifici. Lavoro un po’ tutti i giorni e in più leggo. Leggere è una delle cose che mi piacciono di più. Leggere e conversare. Quel che mi piace di meno è scrivere. In generale non ho un’idea chiara di quello che farò. Spesso avverto un vuoto, sono senza idee, ma d’improvviso compare la prima frase.»

Il modo migliore per celebrare uno scrittore è leggere le sue opere. E per festeggiare il centenario di uno dei più autorevoli intellettuali di tutti i tempi, il Premio Nobel messicano Octavio Paz, arriva ora questo libro autobiografico. Costruito dal curatore Julio Hubard sulla base di una serie di articoli, frammenti, saggi e versi di Paz, il libro ripercorre la vita e l'opera dell'autore in ordine cronologico, dall'infanzia fino agli ultimi giorni, passando per la formazione letteraria, la passione politica, l'amore per la poesia, i viaggi, i riconoscimenti, la malattia, i ricordi personali. Un approfondito riesame di alcuni dei momenti fondanti della storia sociale, politica e artistica del Messico e del suo poeta più appassionato.
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Dettagli

Sur
2014
27 marzo 2014
160 p., Rilegato
9788897505310

Valutazioni e recensioni

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Giotozzi
Recensioni: 4/5

Come tutte le autobiografie anche quest’anno ti fa conoscere le sue fragilità e i suoi punti di forza. Di facile lettura. Consigliato

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Cristiano Cant
Recensioni: 5/5

"Mia madre, pane che io tagliavo / col suo stesso coltello tutti i giorni". Se non tremano le mascelle davanti a questi versi non si può o potrà mai amare l'irrisolto mistero della poesia, che si ama proprio perché è irrisolto, dunque aperto a quelle inspiegabili sorti che la parola riesce a creare attorno a una vita, a un destino, vestendolo interamente di se stessa, del suo cielo di immagini, del suo credo ancestrale, dei tanti trascorsi del sentire, sempre quello e diverso, un uomo in un canestro di mancanze, vero alimento e spinta ad affrontare le cose. Tant'è che lo stesso autore dirà: "I misteri, invece di scoraggiarmi, mi spronavano". Un percorso umano in linea coi battiti del proprio tempo storico, i dolorosi sogni sempre accasati nella penna come inquilini fedeli di ogni complessità sensibile, la politica e i suoi innamoramenti (Bucharin, Marx), i primi eccessi, le iniziazioni a capire, a educarsi, ma sempre al servizio di questa voce prima, la poesia, il dire l'indicibile, l'accostarlo, carne e alito, segno e tempia, fonte e devozione di ogni passo nei mille rovesci scalcinati o degni delle cose umane. "Incatenato al mio vivere e staccato dalla vita", dirà ancora in un altro verso; questa rimarrà la condizione, lo spettro d'essere parlato come da un eco che cerca la parola, un fuori e un dentro come gemelli astiosi, dove il primo (la vita) detta i suoi malcontenti e le sue pene affinché germoglino lo stesso, sul petto del foglio scritto, sorsi di speranza e ricordo, esperienza, canto. I viaggi, la carriera, gli onori è come se restassero sempre dietro a questa radice imbattibile, qualcosa come una maternità sovrana che invade e investe ogni cammino; e quella è nient'alto che la Poesia.Persino nelle ultime pagine, dove il narrare è chiara presenza di dolore,il Poeta è se stesso con chi soffre,per dare alla frase la propria traccia,lasciarla,smuoverla e tuttavia incatenarla al senso di un destino corale."Non sappiamo dove andiamo,/trascorrere è sufficiente".

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Recensioni: 5/5

Aaaah, ke meravillia! L'Autobiografia de Octavio Paz.

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Octavio Paz

1914, Città del Messico

Poeta, saggista e diplomatico messicano, Premio Nobel per la letteratura nel 1990. È considerato uno fra i poeti di lingua spagnola più importanti della seconda metà del Novecento, assieme a Juan Ramón Jiménez, Vicente Huidobro, César Vallejo e Pablo Neruda.È vissuto in Spagna per lungo tempo, sotenendo la lotta dei repubblicani contro il franchismo. In seguito prenderà le distanze dal comunismo.Poi visse in Francia, dove si avvicinò al surrealismo.Durante il soggiorno in Francia lavorò con André Breton e Benjamin Péret.Nel 1945 Paz entra nel servizio diplomatico messicano. Sono gli anni in cui scrive "Il labirinto della solitudine", un saggio sull'identità e sulla cultura messicane. Si lega ad Elena...

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