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Recensioni Arrigoni e il delitto di via Brera. Milano, 1952

Recensioni: 5/5
È una calda mattina di luglio e molti milanesi sono partiti, per godersi qualche giorno di villeggiatura o per raggiungere i parenti lontani. Anche sua moglie e sua figlia sono andate nella casa di campagna in Brianza, e il commissario Mario Arrigoni si gode i ritmi blandi della città estiva. Ma la sua quiete viene interrotta da una telefonata del questore. C'è una penuria di agenti disponibili e ad Arrigoni, stavolta, viene chiesto di spingersi oltre la sua zona di competenza e di indagare su un delitto avvenuto nell'elegante cornice di Brera. La vittima è l'architetto Osvaldo Verga, un pubblicitario di successo. Il suo corpo esanime è stato trovato riverso sulla scrivania da una sua dipendente, Mariangela Marangon, ragazza veneta di umili origini e straordinaria bellezza. Verga l'aveva conosciuta in un negozio del centro, dove Mariangela faceva la commessa, e le aveva offerto un lavoro nel suo studio. E c'è chi insinua che i rapporti tra i due non fossero puramente lavorativi. L'indagine procede e via via che gli interrogatori si susseguono emergono luci e ombre, più ombre che luci, della vita di Verga, bell'uomo intraprendente e sfacciato, con una passione per le belle donne, le auto sportive, la pelota basca e il gioco d'azzardo.)
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