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Recensioni Blues di mezz'autunno

Blues di mezz'autunno di Santo Piazzese
Recensioni: 3/5
Piazzese ritorna con tutta la sua verve e il piacere della scrittura, sprofondandoci in una atmosfera, fatta di mare, di Vecchia Romagna, di scopone scientifico e di solitudine, di passato e di memoria.

Ritorna, attesissimo, Lorenzo La Marca, il biologo per vocazione e detective per necessità protagonista dei romanzi di Santo Piazzese. Questa volta lo scenario non è Palermo; La Marca è in trasferta e la storia che racconta inizia anni addietro, quando era solo uno studente di biologia. Ma già allora possedeva il carattere che gli conosciamo: colto, raffinato, amante di cinema e musica, ironico e sentimentale. Il ricordo e il flashback nasce in La Marca quando a Erice, il borgo medievale affacciato sulle Egadi, incontra un vecchio amico dei tempi dell’università, Rizzitano. La loro non è stata una di quelle amicizie solide e senza riserve, erano sì colleghi di corso, ma nulla di più. Eppure c’è una cosa che li accomuna, qualcosa che non si può dimenticare e che li segna per la vita. Si tratta de La Spada dei Turchi, piccolo arcipelago di scaglie di pietra nera nel Mediterraneo meridionale, ignorato dai turisti e snobbato dai siciliani. La Marca ci era capitato per certi suoi studi sui tonni, argomento della sua tesi di biologia marina. Se ne era subito innamorato, accolto dagli «stravaganti», uomini e donne capitati sull’isola per alcuni casi della loro vita e che poi non se ne erano più andati. C’è Zeno, un friulano che dopo la guerra ha piantato tutto per mettere su un bar insieme alla moglie, c’è il Generalissimo, ex falangista poi votato alla causa marxista, c’è Lombardi, che ha messo in piedi un imprecisato import-export con il Sudamerica, c’è Passanisi, il rais e Damiano, pittore senza pennelli; una piccola comunità di originali che a La Spada cercano la solitudine e forse anche se stessi ma che la sera amano chiacchierare fino a tardi. Rizzitano aveva scoperto anche lui questo paradiso e se ne era appropriato, suscitando forse la gelosia di La Marca. Ma sull’isola un giorno succede qualcosa, una battuta di pesca mentre infuria lo scirocco, un incidente di mare, di quelli che sconvolgono gli isolani, un dubbio, un sospetto, una scoperta, qualcosa che torna a galla. Piazzese ritorna con questo romanzo con tutta la sua verve e il piacere della scrittura, sprofondandoci in una atmosfera, fatta di mare, di Vecchia Romagna, di scopone scientifico e di solitudine, di passato e di memoria. Un grande ritorno. )
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