L' orologiaio di Everton

Questa di Simenon è una storia esageratamente americana: per la violenza inusitata e imprevedibile che si sprigiona a un tratto e per la noncuranza di chi la commette, blandito dal senso ingannevole di sicurezza di farla franca che l'enormità e la varietà del Paese garantisce. Poi la fuga on the road fra vari Stati; la storia d'amore che non c'entra nulla, l' efficienza senz'anima delle autorità (altro che indagini di Maigret !); la freddezza del sistema della giustizia e l'ottusità pervasiva e cinica dei media che potrebbe essere di oggi, vero corollario di orrore. Il marchio di fabbrica di Simenon è la certezza psicologica dell'inadeguatezza del protagonista orologiaio, la sua invisibilità sociale di borghese piccolissimo (cosa oggi incomprensibile visto il precipizio sociale ulteriore in cui l'incedere del capitalismo roboante ci relega, signore vero e unico di questo mondo) il suo cercar ragioni e non trovarle se non in un segno felbile di ribellione che lo accomuna, forse, al gesto esorbitante del figlio. Gente piccolissima e soffocata, della quale non resterebbe un alito di ricordo, non fosse per l'applicazione quasi stoica dell' autore. Storia, come al solito in Simenon, più profonda ed insondata dell' enigma che la porta alla luce, America o Francia che sia.

"Ma Ben aveva proprio lo sguardo di suo padre, e il suo, e di tutti i loro simili. Alcuni riescono a soffocare la ribellione per tutta la vita. Altri lasciano che esploda." Dave, l'orologiaio di Everton, un sabato sera scopre che suo figlio poco più che adolescente, Ben è scappato,senza lasciare una spiegazione né una traccia. Solo dopo l'arrivo della polizia Dave capisce che suo figlio è scappato insieme alla sua giovanissima fidanzata, con il suo furgone. Durante la fuga uccide freddamente un uomo. Dave seguirà il figlio senza mai abbandonarlo durante il processo, cercando di capire cosa sia successo, cercando un contatto con lui che sarà impossibile,lasciando l'uomo postato e sconfitto. Una narrazione lenta e serrata che ci mostra impietosamente gli abissi degli esseri umani come solo Simenon sa fare. Questo autore sa rimestare tra paludosa sentimenti, tra oscuri aspetti dell'uomo, e sa mettere in luce con naturalezza le perversità umane. Sul blog un approfondimento.

Mi sono reso conto di aver apprezzato questo romanzo solo dopo averlo concluso. Non avevo mai letto nulla di Simenon, e devo ammettere che non mi aspettavo fosse così bravo nel coinvolgere il lettore, nel trasmettere così appieno i sentimenti dei personaggi e, in questo caso, la complessa psicologia dell'Orologiaio di Everton; e il tutto in poche pagine (166pp). Ci metterò un po' a smaltire il senso di amarezza che mi ha lasciato questa storia. e questo lo devo alla straordinaria capacità descrittiva di Simenon. Consigliato.