Maigret si mette in viaggio

Maigret è a disagio per doversi occupare di un caso di omicidio che lo porta a indagare su personaggi del “bel mondo”. Il malumore è causato al Commissario non solo dall’ambiente ma anche dal turbinio di luoghi da ricchi, di ristoranti di gran classe, di maniere sofisticate, di alberghi di lusso. La soluzione del caso, oltre a un azzardo investigativo, deriverà dalle riflessioni di Maigret; ma questi ragionamenti non vengono esplicitati e i dettagli della conclusione sono affidati all’intuizione di un lettore medio. Fra i Maigret forse il meno convincente.

Si dice che non tutte le ciambelle escano con il buco,e non tutte le indagini del commissario Maigret meritano di essere lette aggiungo io. In questo caso Simenon mette a dura prova la pazienza del povero lettore che deve seguire il noioso ed infruttuoso peregrinare del commissario tra Parigi,Montecarlo e Losanna. Tutto per ritrovare la piccola contessa Palmieri,che dopo aver tentato il suicidio con i barbiturici nella sua lussuosa stanza all' hotel George Quinto, scappa da Parigi sconvolta per la morte del suo amante, il colonnello Ward. Maigret cercherà come uno studente solerte di immergersi nella vita nomade degli ereditieri sotto la guida del signor Arnold,segretario del morto. Solo nel finale la trama mostra una scintilla di malizia ma per il lettore è tardi. È già sprofondato nella noia più cupa. Ammetto di aver completato questo libro solo per rispetto al grandissimo Simenon,ma questa indagine davvero non mi è piaciuta.

Un pò noioso e ripetitivo. Si arriva alla fine con fatica