Maigret in Corte d'Assise

Nella prima metà del romanzo Maigret è, pur nel suo ruolo di funzionario, lontano dalle solite atmosfere del Quai: niente vassoi della brasserie Dauphine, niente interrogatori, niente aria azzurrognola di fumo né locande in paesini della costa atlantica; il Commissario, in qualità di testimone, in un’aula di tribunale rende una lunga e dettagliata deposizione ricostruendo un caso investigativo giunto a giudizio, indagine nella quale è stato individuato il presunto colpevole, ora alla sbarra, ma la cui soluzione non ha pienamente convinto Maigret che ha perciò continuato discretamente a sondare. L’ambiente del commissariato, le telefonate frenetiche, la caccia all’uomo e i tanti ingredienti familiari al lettore ritorneranno nella seconda parte, e non lasceranno delusi.

Vi è stato centinaia di volte nella sua trentennale carriera, eppure il commissario Maigret non riesce ancora ad abituarsi all'atmosfera felpata che si respira in corte d'assise. Sarà la calca di persone che affollano l'aula, pronte ad assistere ad un processo come se fossero al cinema, ad indisporlo. O forse è la sua incapacità intrinseca, che l'ha sempre accompagnato, di riassumere nel breve tempo di una testimonianza giurata tutta un esistenza, una mentalità, un atmosfera e le emozioni laceranti che riempiono la vita di un accusato d'omicidio e della sua vittima. Eppure anche stavolta il commissario si sforza di farlo, rallegrandosi con il pensiero di quella piccola casetta che sembra una canonica che ha appena comprato a Meung sur Loire, dove tra due anni si ritirerà con la signora Maigret per godersi la meritata pensione. Nel frattempo la sua attenzione è tutta per il caso di rue Manuel, per salvare un innocente dalla pena capitale. E se stavolta il commissario si fosse spinto troppo oltre, facendo eccessivamente affidamento sulle sue capacità? Un indagine piena di fascino e di straziante passione umana, che viaggia dalle affollate vie di Parigi al caldo sole di Tolone, per concludersi in una anonima casupola sul lago con un epilogo perfetto.

Non leggevo polizieschi con l'ispettore Maigret da decenni percui appena ho notato questo libro l'ho preso subito e l'ho letto immediatamente con l'affetto di chi ritrova un vecchio amico. All'inizio mi ha infastidito un po' lo stile ormai desueto, poi mi sono fatto trascinare dalla logica del Commissario e l'ho letto tutto d'un fiato badando più a ricostruire la mia immagine di Maigret che a seguire la trama.