Firmato Picpus

Simenon aveva chiuso il ciclo di Maigret nel 1933, quando era entrato nella prestigiosa casa editrice Gallimard, deciso a dedicarsi solo ai romanzi. Quando riprende le inchieste del suo famoso commissario sei anni dopo, evidentemente la vena creativa fa fatica ad emergere e così "Firmato Picpus" appare a noi lettori piuttosto mediocre, in quanto mancante di tutti quei contenuti che ispirano i Maigret migliori (le atmosfere parigine, la descrizione approfondita dei caratteri, l'introspezione del commissario).

Firmato Picpus è una indagine estenuante per il povero commissario!Il caso,di per sé non è troppo complicato:una chiromante che abita in rue Caulaincourt viene ritrovata morta,dopo che una lettera scritta in un cafè annunciava il delitto e un uomo con una cabriolet verde viene visto allontanarsi dal palazzo.Poiché la gente è stupida altrimenti non ci sarebbe bisogno della polizia,come dice il commissario alla signora Maigret,questi si vedrà costretto a fiutare molteplici piste tra passato e presente e tra Parigi e Saint Raphael prima di poter avvertire il lezzo dell'avidità e della corruzione che appesta tutta questa vicenda e trovare l'assassino. Il libro si legge abbastanza bene,ma la trama non appassiona e la frettolosita del finale non mi è piaciuta. Decisamente al di sotto dello standard di Simenon.

Le ambientazioni evocative di Simenon riescono a conquistare sempre il lettore, immettendolo (volente o nolente) in un mondo che non gli appartiene ma che segretamente ama e sogna. Seppure (ahimè ammetto) in questo caso la storia non mi ha particolarmente colpito rispetto ad altre, la penna acuta, marchio del giallista, non solo è presente ma, anche se non a primo impatto, ti fa ammiccare l’occhio e aspettare la conclusione pazientemente.