Maigret a scuola

Non la miglior storia di Maigret, d'accordo: ma la peggiore delle storie di Maigret merita comunque le 5 stelle di valutazione.

Ogni tanto si incappa in un'inchiesta di Maigret che non decolla e questa è una di quelle. A differenza di altre, la descrizione della provincia francese, con le sue chiusure, le sue grettezze appare piuttosto piatta e ripetitiva, così come i personaggi, tutti abbozzati ma nessuno davvero memorabile. Quando poi Simenon abbonda con i dialoghi la narrazione ne risente e la lettura arranca nella serialità delle inchieste di Maigret.

Se non fosse stato per quel desiderio incontenibile di ostriche e vino bianco, gustati sotto il sole della Charente, il commissario Maigret non si sarebbe mai disturbato a lasciare la sua scrivania al Quai des Orfevres, in una Parigi piena di brio che sorride alla primavera, per scapicollarsi fino a Saint Andrè sur Mer e gettarsi a capofitto dentro un indagine apparentemente impossibile. Infatti il maestro del piccolo paese, Gastin, troppo parigino, troppo istruito ed onesto, con una moglie chiaccherata al seguito, è il capro espiatorio perfetto per chiudere frettolosamente il caso che ha scosso la piccola e sonnacchiosa comunità. L'omicidio della vecchia Leonie Birard, l'arpia del paese, che odiava tutti essendone pienamente ricambiata, custode di indicibili segreti e piccole truffe, sembra l'occasione perfetta per liberarsi dei due personaggi scomodi alla comunità. Tocca a Maigret aggirarsi per i vicoli di Saint Andrè, tra sguardi sprezzanti, sfottenti come quello del vicesindaco Theò ed indulgenti come quello del dottor Bresselles, per ricostruire i contorni di questo bizzarro giallo. Tra ricordi d'infanzia di una campagna francese che il tempo sembra non aver intaccato nei caratteri e nei colori, e le bugie di un chierichetto, sarà un ferro di cavallo a portare il commissario sulla giusta pista per acciuffare il colpevole, e poter finalmente fare ritorno a casa, dove la signora Maigret lo attende per andare al cinema !