Il caso Schirmer

Jena, ottobre 1806: il sergente Franz Schirmer, gravemente ferito in battaglia (era stato paracadutato in Italia e ferito), trova rifugio presso la famiglia locale dei Dutka. Subito dopo siamo trasportati in uno studio legale moderno, dove l’avvocato George L. Carey è incaricato di scovare il destinatario della favolosa eredità di Amelia Schneider Johnson, vedova Schirmer (mezzo milione di dollari). Per raggiungere il suo scopo, Carey – con l’aiuto di una segretaria e interprete – dovrà spostarsi incessantemente non solo nello spazio ma anche nel tempo, scardinando le serrature di molti armadi della memoria storica, dai quali caverà ogni volta scheletri perturbanti. Non c'è il morto, ma un erede da cercare, ed è per questo che il giovane avvocato Carey attraversa l'oceano per addentrarsi nei meandri della storia e sciogliere l'enigma. Personaggi semplici ma avvincenti ed ambientazioni suggestive sullo sfondo delle guerre europee tra Ottocento e metà Novecento. Curioso finale: l’erede di Schirmer rinuncia alla cospicua eredità a favore dello Stato di Pennsylvania, gesto davvero raro se non unico. Ed è con questo malloppo a favore della Pennsylvania che Carey rientra negli Stati Uniti. Non senza alcune disavventure: nel suo soggiorno in Grecia è anche catturato e preso in ostaggio per due giorni e tre notti. Racconto interessante con una buona trama.

Mi è piaciuto, anche se forse non è il miglior Ambler che ho letto; abbastanza scontato e prevedibile nel finale ma avvincente nella ricerca dell'erede e richiami notevoli al passato. Vaga condanna della guerra e dei suoi orrori.

Che delusione! Dopo una serie di capolavori (e complimenti a Adelphi per aver riproposto questo autore i cui libri si trovavano ormai solo alle bancarelle della fiera di Senigallia) sono rimasto deluso dalla trama banale, dai colpi di scena "telefonati" e dal finale da soap opera... speriamo nel prossimo!