La nube purpurea

Il libro, del 1901, è considerato una delle prime opere di fantascienza apocalittica: a seguito di una misteriosa nube la razza umana viene spazzata via. In seguito a una serie di coincidenze il protagonista, un medico esploratore e tuttologo, si ritrova ad essere l’unico sopravvissuto. Peccato che decida di occupare il ruolo di unico dominatore del pianeta passando il tempo incendiando le città, distruggendo musei e opere d’arte e, in un delirio di onnipotenza, costruirsi un lussuoso palazzo. La scrittura è ridondante e isterica, le atmosfere surreali e decadenti, salverei l’inizio e la fine, però è impossibile fare il tifo per un personaggio così odioso.

Sicuramente una perla ingiustamente dimenticata della fantascienza vecchio stampo. Premessa geniale e una prima parte decisamente travolgente, anche se purtroppo nel complesso non ha superato la prova del tempo.

Tra i precursori del genere fantascientifico-distopico, "La nube purpurea", non dimostra gli anni che ha (120!) mostrandosi attuale e facilmente approcciabile da qualsiasi lettore. La prima parte del romanzo è senza dubbio la migliore: trama intrigante e personaggi interessanti. La parte centrale, a mio modesto parere, scende notevolmente di livello, scadendo in una ripetitività quasi infinita che indubbiamente ben chiarisce la condizione in cui si viene a trovare il protagonista, ma che inevitabilmente porta il lettore a fare qualche sbadiglio di troppo. Finale in ripresa e coerente con l'arco narrativo che lo ha preceduto.