Racconti impossibili

Basta solo questo, dei racconti sublimi di questa raccolta, per rendersi conto di quanto queste storie di Landolfi siano immortali, di come Landolfi sia immortale. Meraviglioso, fuori dal tempo, oltre il tempo. Poche pagine per un racconto, il riso,che avrei voluto durasse centinaia di pagine. Un racconto che è una metafora che è una riflessione profonda sulla vita e la morte. Un racconto che ha tante chiavi di lettura e pagine tra le pagine nascoste. Landolfi è uno, degli immortali, che ad ogni lettura ti farà scoprire qualcosa di nuovo e mai sentito. Mi chiedo come si possa concepire di leggere, di amare la letteratura e non aver letto, riletto e riletto ancora e riletto per sempre Tommaso Landolfi.

Il Landolfi che apprezzo meno rispetto alle prime straordinarie opere. In questa raccolta come in altre opere dello stesso periodo, lo stile appesantito a dismisura prevale di molto sulle idee e sull'atmosfera delle storie. A partire dal cerebrale "Un concetto astruso", buon racconto di fantascienza speculativa, ma decisamente ostico e pesante da assimilare, anche per un lettore esigente, Più scorrevole ed incisivo "A rotoli", storia di un assassinio e di elucubrazioni mentali, stucchevole e sterile la provocazione letteraria de "La passeggiata", un susseguirsi eccessivo di termini desueti, un' irritante esagerazione autoreferenziale. Peccato che "Rotta e disfacimento dell'esercito" sia infine un racconto vacuo, poteva essere invece un'ottima storia gotica, simile al romanzo capolavoro "Racconto d'autunno", ma Landolfi purtroppo decise di svilupparla in maniera così fiacca da far perdere tutta la tensione narrativa.