Arte a parte

Come un umile e inquieto rintocco, la domanda che pian piano scandisce le pagine di questo delicatissimo breviario interiore è press'a poco questa: è la mano che prende l'ascensore e sale e chiede udienza ai piani alti della mente o è quest'ultima che scende e con animo grato di fida dei segni ispirati con cui la mano inizia a lavorare? Quale delle due origina davvero l'opera, e in che precisa misura la indovina? Quali improvvisi, quali rintocchi d'infanzia chiamano di colpo a rimirare i tratti di un paesaggio, le assenze e i ritorni dell'artista, la sua voce sincera? Un certezza arriva: "Non ci è possibile guardare senza coinvolgere il cuore e la memoria ed essere impermeabili al contenuto emotivo dell'arte". Ma come scivola e si sospende sul foglio un minimo accenno di matita, la questione torna a scavare l'enigma dello sguardo, la sua possibile traduzione concreta: "A me importa più sapere che cosa e in che modo sono spinto a vedere o a prevedere e perchè in una maniera invece che in un'altra. Cosa si sceglie e cosa si rifiuta. Ed è qui che l'arte potrebbe dare il suo contributo aiutando il cervello a vedere". Voci di dentro allora, legate in preziosi capitoli e come collegate da un animo in perenne ricerca; si va dalla voglia di "toccare" la tela per vedere se scalda davvero la candela di de La Tour al sommo mistero chiuso in un ritratto: "Fare una faccia è semplice, fare un ritratto no, perché quest'ultimo deve estrarre dal volto quel non so che di inafferrabile, quel piccolo tratto che non è uguale in due facce al mondo (citando Conrad). Fare un ritratto vuol dire decifrare le parole dipinte su un volto". Scorre così questo diario "appoggiato" (chi legge comprenderà). Un innesto mai semplice fra presagio e sforzo, fra metodo e pensiero, fra opera e volontà. Fra l'uomo e la vita.

Se si parla di arte, Tullio Pericoli è senza ombra di dubbio un privilegiato: ha ricevuto infatti contemporaneamente due doni di incommensurabile grandezza come sono quelli della pittura e della scrittura. Se l'opera su tela e su carta del Nostro è piuttosto celebre, però, Adelphi ci aiuta ad assaporare al meglio anche la sua produzione letteraria, altrettanto degna di nota. In questo Arte a parte Pericoli mette in fila una rassegna di parole per lui evocative e spiega di volta in volta il perché: Linea, Fossi, Ispirazione, Vista, Vivente sono i titoli di altrettanti succosi paragrafi di questo libretto, agile e ispirato. Tra ricordi agrodolci dell'infanzia, punti di riferimento artistici (da Morandi a Picasso, passando per l'immancabile Steinberg) e geografici (i paesaggi delle Marche da lui ritratti innumerevoli volte), considerazioni sparse sulla vita, sul tempo e sull'espressione visiva, Tullio Pericoli ci conduce in un imperdibile viaggio della memoria lungo 130 gustosissime pagine.