A margine dei meridiani

Amo Simenon per la sintesi e l'efficacia. Quest'opera è una raccolta di appunti di viaggio...Lapponia, Galapagos, Tahiti. L'ho trovato un pò frammentario, quasi incompiuto. L'autore sa tuttavia rendere l'atteggiamento ambivalente dell'occidentale verso i mondi lontani. L'attrazione per l'esotico, lo stereotipo, ma allo stesso tempo il replicare in contesti diversi, la propria vita di sempre. Non mi ha appassionato, ma mi ha lasciato immagini e sensazioni del viaggiare negli anni '30, prima che scomparisse il mondo coloniale e un certo modo di viaggiare.

Ho conosciuto ed amato Simenon, come tutti i suoi fedeli lettori, per il suo straordinario talento narrativo, tanto sublime quanto contraddittorio nel suo minimalismo pieno di caldo ethos umano. Ora che ho tra le mani questo libretto, credo di amare, ancor più della sua penna, il suo occhio fotografico curioso ed anticonvenzionale. Dalle eterne notti della Lapponia, fiabesche e crudeli, fino alle torride e sensuali giornate trascorse a Tahiti, Panama e le isole Galapagos, questo diario di viaggio raccoglie riflessioni e fotografie di una personalissima caccia all'umanità che vive alle estremità del mondo, oltre i meridiani. Georges Simenon è senza dubbio un reporter sui generis, per nulla diplomatico né tantomeno buonista, ed il suo desiderio vorace di scrutare l'uomo senza i giudizi e le convenzioni che la società civilizzata gli impone, rendono questo libro un interessante spaccato su una vita inedita ed incontaminata, in cui è possibile riconoscere abbozzati embrioni di suoi futuri romanzi.