Aqualung

Capolavoro assoluto del prog

Sentire Jan Anderson a bologna in una chiesa con un'acustica da favola nel 2018 mi fa tornare alla mente alcuni momenti della mia infanzia musicale. Come si fa da, diciamo cosi, vecchietti, a suonare il flauto traverso a dare il tempo ai tuoi musicisti, a cantare, non come una volta certamente, ma con lo stesso portamento, gli stessi abiti, le mani che guidano un'intesa basata sulla conoscenza di quello che è stato è e sarà ancora…. nella musica c'è spazio per il futuro, con un occhio attento al passato, per questo Aqualung porta un concept album alla conquista di un pubblico sempre più vasto e incuriosito da queste novità. musicalmente è dopo thick as a brick il long playing piu bello e articolato della loro produzione. un insieme di canzoni che scavano nella vita sociale, graffiando a fondo e senza paura e grazie a travestimenti, echi musicali, ritmo e musica ora dura ora melodica supportata da una voce al top della resa ci lasciano una traccia reale di quello che era la musica prog negli anni 70......e che musica

Un rock diverso quello dei Jethro Tull, qualcosa di fiabesco. L'album più famoso, più celebrato eppure è proprio bello. La copertina è fantastica, il libretto ampio, con i testi delle canzoni da ascoltare e riascoltare. Si parte sin dalla prima traccia di Aqualung che tutti abbiamo sempre storpiato canticchiandola e riproducendola alla meno peggio. Suono distintivo quello del flauto di Ian Anderson che è il vero pezzo forte. Stenti a credere come possa spingere al limite quello strumento e come possa stare bene all'interno di un pezzo Rock. Passano gli anni, ma ques'album resta una pietra miliare.