Kronstadt 1921. Il Soviet dei marinai contro il governo sovietico

In questo suo ultimo ed eccellente studio, Jean-Jacques Marie parte dall'analisi di un evento per ricostruire il clima di un'intera guerra civile (è fra l'altro autore di La guerre civile russe. 1917-1922, Autrement, 2005) e di tutto un sistema in gestazione, quale era la Russia del 1921, con i suoi lancinanti contrasti ai vertici del potere. Gli ideali rivoluzionari cominciarono a estinguersi con l'annientamento della rivolta di Kronštadt. Svoltasi nel marzo 1921, durata diciassette giorni, essa contò duecentosettantamila sostenitori. Già all'epoca, fu da alcuni ritenuta un "complotto delle Guardie Bianche", da altri piuttosto il "crepuscolo sanguinoso dei Soviet". Venne poi prudentemente cancellata dai manuali di storia sovietici. Solo nel 1994 la riabilitazione dei ribelli permise di rovistare negli archivi e di scoprirne gli aspetti più oscuri. La protesta, partita dall'oggettiva carenza di democrazia, si era ingigantita per il cattivo trattamento riservato ai marinai del Baltico dai loro superiori; né essi potevano perdonare ai bolscevichi le immani stragi compiute nelle campagne, anche ai danni delle loro famiglie, nel corso della guerra contro i Bianchi. Ma il Comitato rivoluzionario del luogo fu ritenuto rivoltoso solo quando giunse ad attaccare in modo esplicito il Partito comunista, accusandolo di essersi allontanato dalle masse. La parte finale del libro, molto ben scritto e documentato, scandaglia le ragioni del fallimento di quella che fu l'unica grande rivolta cittadina contro il potere bolscevico e le interpretazioni su di essa fornite negli anni.
  Daniele Rocca