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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
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Gli autori meridionalisti parlano sempre di Regno di Sardegna che avrebbe "invaso" il Regno di Napoli, ma praticamente non parlano mai di "invasione" degli altri stati pre-unitari, come il Lombardo-Veneto, Ducati di Parma e Modena, Granducato di Toscana e Stato Pontificio .... eppure questi stati vennero occupati e VINTI come il Regno di Napoli, ... per gli autori meridionalisti è come se a differenza del Regno di Napoli, gli altri stati pre-unitari fossero stati una specie affine al Piemonte e quindi in pratica dei co-invasori impliciti del Sud ... è evidente che il Sud semi-feudale del 1860 presentava caratteristiche poco compatibili con quelle dello stato moderno costituzionale con economia liberale portato dal Piemonte, infatti tutti gli altri stati pre-unitari hanno saputo adattarsi al nuovo modello statale e crescere come e in diversi casi anche più dello stesso Piemonte, mentre il Regno di Napoli no. Per dirla breve il Sud del 1860 non era pronto per far parte della Nuova Italia e la questione meridionale ne è una conseguenza. Sulle origini della questione meridionale pesano molto le dominazioni spagnola e borbonica.
Per un meridionale come me, dopo aver letto quest'opera, resta l'amaro in bocca perchè scopri, con fatti documentati, come siano andate le vicende che hanno determinato l'Unità d'Italia. Complimenti all'autore per la meticolosa ricerca su fatti e personaggi - i "vinti" - di una dolorosa pagina della nostra recente storia
Il libro di Di Fiore è utile per conoscere i motivi e i modi della sconfitta borbonica. La mia unica riserva è costituita dal suo taglio troppo esclusivamente militare, con dettagli che, in assenza di cartine adeguate, diventano facilmente un ingombro alla lettura. L'impegno con cui l'autore indica nomi e biografie di piccoli e grandi comandanti dell'esercito napoletano attesta la puntigliosità della sua ricostruzione storica e, penso, la commovente intenzione di rendere omaggio a quanti avevano combattuto con fedeltà e coraggio. Mentre mi sembra sempre più chiaro che la disgregazione sociale dell'Italia di oggi nasce dalla corruzione di allora (borbonica, certo: di generali venduti a Cavour; ma anche del Piemonte, che aveva corrotto, intrigato e falsificato), leggo su Repubblica, quotidiano per liceali pensosi, le insopportabili frasi fatte dei suoi più qualificati collaboratori. Il 10 agosto Lucio Villari scriveva, con uno stile da teologo, che Cavour ha portato "il Piemonte e l'Italia dal regno della necessità a quello della libertà". Il 14 settembre Corrado Augias, rispondendo ai dubbi di un lettore, affermava, col tono categorico di un avvocato difensore: "L'errore peggiore che si possa fare parlando del Sud è rivangare la 'conquista piemontese'." Oggi Augias e Villari sono insieme a raccontare, in una serie di 12 DVD intitolata 'Italiani', la "storia di un popolo diventato nazione". Che patriottismo! Chapeau!
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