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Commento ai Salmi - Agostino (sant') - copertina
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4
1998
4 aprile 1989
XL-378 p.
9788804310693

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Massimo
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(Premessa: la seguente recensione si riferisce solo al testo di Agostino e non al curatore dell'opera del vescovo d'Ippona, M. Simonetti, che, comunque, rimane sempre una garanzia). Tra i Padri della Chiesa latina che ci hanno lasciato dei commenti sui salmi, il più grande di tutti è certamente Agostino. A partire dal salmo 33, dispiega il suo genio teologico e letterario. Le sue Enarrationes in Psalmos brillano come una delle sue opere esegetiche fon- damentali, forse il più grande commentario vergato sui salmi. Agostino non è assolutamente un filologo alla maniera di Teodoreto o di Girolamo: la sua esegesi è piuttosto una lettura che si muove in profondità alla ricerca dell’unità. Potremmo affermare che il commentatore si inabissa nelle profondità di una esperienza religiosa, di comprensione del mistero, di cui il testo è soltanto una piccolissima superficie per cui entrare.In questa profondità s’imbatte in correnti e relazioni nuove, in illuminazioni sorprendenti; da queste riemerge con ciò che ha scoperto e trovato. Agostino trova l’unità nel profondo. Per questo può succedere che le cose migliori su un verso di un salmo si leggano quando egli ne commenta un altro. Il suo modo di collegare i testi biblici può risultare discutibile in termini filologici, molte volte è abilmente indovinato e quasi sempre suggestivo, a volte soltanto ingegnoso. Egli esprime la sua ricerca, che è preghiera, in un’ammirabile prosa latina, con frasi piane e nitide, in una progressione lucida e rigorosa, traboccante di entusiasmo ed affettività che giocano sulla tastiera del lirico e del retorico. Perdoniamo ad Agostino il suo compiacersi, talvolta, su giochi di parole; le sue digressioni sul tema però ne valgono la pena. Chi ha letto attentamente le Enarrationes avrà acquisito una comprensione globale e vitale dei salmi, che in seguito potrà affinare e precisare con altri strumenti filologici.

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La recensione di IBS

Durante la Messa, dopo che i fedeli avevano cantato un salmo, Agostino ne interpretava i versetti, trascriveva poi l'omelia sulla base di appunti stenografici. Si formò così la raccolta delle Enarrationes in Psalmos, in cui si ritrovano tutti i fondamentali temi agostiniani, intessuti di citazioni bibliche, di metafore e immagini che esprimono l'anelito umano verso l'infinito. Dopo le Confessioni, sono le pagine più luminose di sant'Agostino.

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Agostino (sant')

354, Tagaste, oggi Souk-Ahras

Padre della chiesa di lingua latina, santo. Nacque da padre pagano, Patricius, battezzato poco prima della morte, e da madre cristiana, Monica, che ebbe un influsso decisivo sull’evoluzione spirituale del figlio. A., dopo le dissipazioni giovanili, appagò la sua ansia di certezze con la filosofia (attraverso l’Hortensius di Cicerone) e poi, nel 374, con l’adesione al manicheismo. Maestro di retorica a Cartagine (375-383), si trasferì a Roma, poi a Milano dove, per interessamento del praefectus urbi Simmaco, ebbe una cattedra di retorica (384). A Milano subì l’influsso di Ambrogio e, anche tramite suo, si rivolse al neoplatonismo (Plotino e Porfirio). Si trattò di una esperienza intellettuale intensa, che lo condusse al superamento del manicheismo...

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