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Anno edizione: 1992
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E' Il cupo racconto di violenza fisica, abusi sessuali e psicologici perpetrati ai danni di un giovane allievo (Basini) di un collegio militare dell'Impero Austro-Ungarico da parte di alcuni coetanei. La vicenda vede protagonisti degli adolescenti alle prese con le prime confuse pulsioni sessuali della pubertà in un ambiente isolato. Dal racconto è possibile estrapolare alcuni elementi che permettono di inquadrare anche il clima storico particolare di quegli anni che sono caratterizzati da un crescente spirito di ribellione verso le vecchie generazioni ottocentesche e dalla sete di nuove esperienze in ogni campo della vita. Per esempio, Musil caratterizza il personaggio del bullo Beineberg in modo ben preciso: il padre è dedito alla lettura di testi di "filosofia indiana", "libri di alchimia e di magia del Medioevo" e lo stesso adolescente crede nella metempsicosi, nell'ipnosi ed è ossessionato da pratiche occultiste. Il primo '900, sino alla seconda metà degli anni '20, è quello delle avanguardie, del rifiuto dei vecchi valori borghesi e sarà la "Grande guerra" a far crollare definitivamente il vecchio mondo rendendo le nuove generazioni rancorose verso i padri e desiderose di spazzare via il passato aprendosi alle novità che si affacciavano in ogni campo. Così, tra le pagine del Torless, è possibile già scorgere quegli elementi di rottura che vedremo più avanti anche "l'Impresa di Fiume": spiega infatti Musil, per bocca di Torless, come "Un certo grado di dissolutezza in realtà fosse ritenuto segno di virilità. di audacia, un'ardita riappropriazione di piaceri negati. [...] Allora la parola "morale", con la sua aura ammonitoria, veniva ridicolmente associata a spalle strette, ventri prominenti su sottili gambette e occhi che, dietro le lenti, sembravano pascolare mansuete pecorelle, quasi che la vita non fosse altro che un campo fiorito di edificante serietà". Musil non è un autore che prediligo: probabilmente è troppo intelligente perché io possa apprezzarlo.
Un libro da affiancare a grandi testi sulla critica del sistema educativo come l'"angelo Azzurro" di Heinrich Mann e "Sotto la ruota" di Hermann Hesse. Certo, le esperienze fatte dal giovane protagonista di questo romanzo formativo in un collegio absburgico di inizio Novecento sono forti e anche un po' torbide, ma ritraggono con grande originalità l'emanciparsi di un giovane cadetto dalla sfera familiare-privata per integrasi nel mondo degli adulti. La scrittura di Musil mi è parsa avvincente.
Ho notato che sia l'autore del giovane Holden che Musil vissero la loro prima adolescenza in un collegio di impronta militare. Entrambi esprimono poi un romanzo in cui la società scolastica maschile viene descritta con insofferenza e distacco. Che sia solo un caso ? Le riflessioni del protagonista, quasi attonito di fronte ad una realtà che non comprende ed a sensazioni intime che ancor di più lo sorprendono, trovano la controparte in Beineberg, che pur essendo altrettanto acuto, ha già scelto la concretezza: "ma io di queste cose non m'impiccio, perché non portano a niente". Sullo sfondo, sbiaditi in una società sbiadita, stanno i professori, ligi esecutori dei programmi e portatori di un messaggio di omologazione, incapaci di fornire un qualsiasi modello che aiuti i giovani più sensibili ad orientarsi. Giovani virgulti con il midollo ormai intaccato dall'amoralità, forse non a caso saranno protagonisti del crollo di un impero vent'anni più tardi. Per quanto riguarda la parte erotica, non riesco a dargli un gran peso: la sopraffazione morale, fisica ed, infine, sessuale, mi sembra la vera protagonista; il fatto che vi sia anche dell'omosessualità, mi sembra più un frutto del chiuso ambiente collegiale, che un vero e proprio tema del libro. Originale la riflessione sui numeri immaginari, da sola vale la lettura dell'intero libro, che non sarà perfetto in tutte le sue parti, ma ha degli sprazzi di genialità pura.
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