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Fatherland - Robert Harris - copertina
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Fatherland

Descrizione


E se Hitler avesse vinto la guerra? Robert Harris ipotizza un diverso andamento degli eventi storici in un fantathriller improntato su un'indagine per un delitto eccellente nella Berlino capitale dell'impero nazista.
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Dettagli

2
1993
Tascabile
378 p.
9788804374640

Valutazioni e recensioni

4,25/5
Recensioni: 4/5
(59)
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5
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Vincenzo
Recensioni: 5/5
Obbligatorio leggerlo

Avvincente, intenso, superbo! Obbligatorio per chiunque leggerlo.

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arcli
Recensioni: 3/5

Buon thriller, reso accattivante dell'ambientazione in un mondo in cui il Terzo Reich ha avuto la meglio durante la seconda guerra mondiale. Riesce a tenerti incollato alle sue pagine fino alla fine.

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Roberto
Recensioni: 5/5

Una vera pietra miliare per gli appassionati di romanzi ucronici. Robert Harris riesce a coniugare le esigenze narrative con la costruzione di un mondo parallelo dotato di credibilità e assolutamente vivido...un viaggio nella Berlino di Albert Speer

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Voce della critica


recensione di Cases, C., L'Indice 1992, n.10
(recensione pubblicata per l'edizione del 1992)

In base all'ipotesi che la seconda guerra mondiale sia stata vinta dai tedeschi e dai giapponesi (ipotesi assai vicina alla realtà economica del dopoguerra) sono già stati scritti molti libri tra cui un classico della fs, "La svastica sul sole" ("The Man in the High Castle)" di Philip K. Dick. Ma quello era un libro del 1962 e la sua era una libera invenzione. Dopo il crollo del muro l'invenzione corrisponde invece a una finzione ben precisa. I romanzi di spionaggio sono in crisi perchè lo spionaggio non ha più ragion d'essere quando non c'è più l'Impero del male ma solo l'Impero del bene, che non serve a nulla per spiegare come mai il mondo è dominato dal male. Di qui la necessità di prolungare nella fantasia l'esistenza dei poteri totalitari. È troppo presto per inventare una seconda vita di Stalin ma Harris ha immaginato il trionfo del nazismo e le celebrazioni per il settantacinquesimo compleanno di Hitler nel 1964. A parte questo, tutto funziona come se ci fosse ancora il vecchio Impero sovietico, ribattezzato in nazista. Del resto, nonostante la vittoria nazista, nel libro la resistenza sovietica continua da qualche parte nell'estremo oriente.
Come in "1984" o nel "Mondo nuovo" di Huxley l'eroe è un integrato che grazie alla sua intelligenza e alla sua tenacia riesce a capire o almeno a intuire la verità, quindi si ribella ma naturalmente viene sconfitto. Sempre secondo la ricetta, è aiutato da una donna che qui è addirittura una giornalista americana poichè si sta preparando la distensione nazi-americana (era ora!) ed il presidente statunitense Joseph Kennedy sta per arrivare a Berlino in visita ufficiale.
Xavier March (il nome è già più anglosassone che tedesco) è un investigatore della squadra omicidi della Kriminalpolizei di Berlino che si imbatte in alcuni cadaveri eccellenti di alti papaveri nazisti del tempo di guerra. Costoro vengono eliminati d'ufficio perchè in atmosfera di distensione si vuole mettere del tutto a tacere lo sterminio degli ebrei. March si chiede come mai proprio questi tre eroi del Partito siano stati soppressi ad onta delle loro passate benemerenze, e così dalla routine dell'ispettore Derrick o Kress si vede proiettato nell'alta politica. Con qualche aiuto dell'americana scopre che i tre erano gli unici superstiti degli undici partecipanti al famoso convegno del Wannsee in cui si era decisa la "soluzione finale" della questione ebraica. Sentendosi minacciati, i tre avevano depositato i protocolli del convegno e altri documenti in una banca svizzera dove tenevano anche le opere d'arte rapinate durante la guerra, tra cui primeggia la "Dama con l'ermellino" di Leonardo (e viene il sospetto che questo sia un omaggio dell'autore al prototipo dei micidiali malloppi spionistici e cioè "Gorky Park", in cui svolge un grande ruolo il contrabbando di ermellini, veri e non dipinti). Alla fine in un crescendo di inseguimenti il fedifrago March, che ha fatto un salto in Svizzera per avere le prove verrà raggiunto e si suiciderà per sottrarsi alla cattura mentre la giornalista, che nel frattempo sempre secondo la ricetta è diventata la sua amante torna in libertà con i documenti dell'olocausto di cui il mondo libero avrà così contezza. Ma come andrà a finire la faccenda della distensione? Avrà luogo lo stesso o la pubblicità dell'olocausto la renderà impossibile? L'autore ci lascia nel dubbio.
Come volevasi dimostrare, il genere sopravvive alla "fine del socialismo" mantenendo intatti i suoi caratteri essenziali, con gioia dei critici strutturali che possono verificare l'invarianza degli schemi nonostante i rivolgimenti mondiali. Il mondo perisce, i bestseller restano. Le intenzioni di questo sono certo buone.
La supposta sopravvivenza del nazismo al di là dei termini reali permette di trattare un passato notissimo anche se rimosso come una riesumazione dovuta all'ingegno di un detective. E in questo mondo che crede solo alle simulazioni trasformare la verità in simulazione può forse giovarle. Harris cita una frase di una SS riportata da Primo Levi per cui i nazisti avrebbero comunque vinto la guerra contro gli ebrei perchè nessuno avrebbe creduto all'enormità dei loro delitti. È ciò che ora effettivamente avviene grazie a malfattori come Robert Faurisson & Co. Supponendo che abbiano vinto, il romanzo li smaschera. Ma fino a che punto? Per convincersene bisogna leggere l'appendice, dove si certifica la realtà di molti documenti citati. E chi legge le appendici dei romanzi?

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Conosci l'autore

Robert Harris

1957, Nottingham

Robert Harris, laureato alla Cambridge University, è stato giornalista alla BBC, e uno dei più noti commentatori dell'"Observer" e del "Sunday Times". È diventato famoso in tutto il mondo nel 1992 con Fatherland, il cui successo lo ha inserito a pieno titolo nel ristretto gruppo di autori che hanno ridefinito e ampliato i confini del thriller. Successo confermato da Enigma (1996), Archangel (1998), Pompei (2003), Imperium (2006), Il ghostwriter (2007), da cui è stato tratto un film diretto da Roman Polanski, Conspirata (2010), L'indice della paura (2011), L'ufficiale e la spia (2014), Conclave (2016), Monaco (2018), Il sonno del mattino (2019). Prima di dedicarsi interamente alla narrativa ha scritto numerosi saggi, fra cui una celebre inchiesta sui falsi...

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