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Premessa: non è una lettura facile soprattutto per coloro a digiuno di Biologia e chimica organica. Dopo parecchi anni di attesa ho avuto il coraggio di leggere il testo di Monod che è ormai diventato un classico della letteratura scientifica, perchè sembra essere il sequel de 'L'origine della specie' di Darwin, ma scritto non appena le nuove scoperte in Biologia hanno permesso una comprensione fisico-chimica della pressione selettiva (ovvero verso la fine degli anni '60 del secolo scorso). Il messaggio è fortissimo... oggi condivisibile da qualunque uomo di cultura laico, ma al tempo assai dirompente in quanto debellava qualsiasi visione antropocentrica: la Natura è oggettiva e contingente mai proiettiva e "la Verità della conoscenza non può trarre origine che dal confronto sistematico della logica e dell'esperienza". Il caso (inteso come indeterminazione essenziale) introduce errori nella trascrizione del codice genetico; tali errori poi si tramandano 'necessariamente' ai posteri se la pressione selettiva ambientale permette la sopravvivenza dell'individuo. Pertanto l'evoluzione biologica NON è una proprietà degli esseri viventi, ma il risultato del 'rumore' di fondo rinforzata dal meccanismo di 'conservazione molecolare' tipico degli acidi nucleici. Insommma un testo la cui lettura va dosata cautamente: si possono citare molti passaggi divenuti storici e spesso utilizzati in moltissimi libri di divulgazione. Io preferisco l'epigono: "L'UOMO FINALMENTE SA DI ESSERE SOLO NELL'IMMENSITA' INDIFFERENTE DELL'UNIVERSO DA CUI E' EMERSO DAL CASO", che in qualche modo riporta l'uomo al centro dell'Universo ma da un punto di vista diametralmente opposto al vecchio antropocentrismo delle religioni.
Il caso e la necessità? Rivisitazione della teoria darwiniana ? Nella mia esperienza di vita il fattore ambientale è fondamentale nell'evoluzione individuale molto più dei fattori genetici (che, dunque, di teleonomico - aventi cioè una finalità propria -abbrebbero poco). Che non vi sia un progetto di Dio sull'uomo, sulle sue cellule, sembra che sia stato ben dimostrato già dalla Montalcini e penso che ne sia stato convinto anche il biologo francese Henri Laborit nel suo libro "Elogio della fuga" dove però errava sugli sviluppi della scienza genetica. E, dunque, l'orientamento ambientale è a determinare lo sviluppo delle singole specie dove ogni conferma ambientale è una vittoria del proprio organismo al di là di ogni necessità.
Monod, non solo spiega i meccanismi della biologia, egli dialoga con il lettore inducendolo a profonde riflessioni esistenziali. Dal microcosmo delle cellule al macrocosmo delle galassie per rispondere ad un quesito impossibile: perchè tutto questo e quale è lo scopo di questo teatro che si chiama universo in cui noi uomini siamo venuti per un caso....?
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