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Anno edizione: 2003
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Grande libro. Pontiggia sembra voler riprendere un discorso di lunga data: la fuga, dalla società, dallo stato, fino dal mondo. Sulla scia di mostri sacri come Baudelaire, Rimbaud, Pirandello. Per un uomo che percepisce la finitezza, la inevitabile imperfezione di tutto, talvolta la fuga verso un Altrove sempre vagheggiato sembra essere l'unica soluzione. un altrove che può essere tante cose, o il nulla, la morte, l'evanescenza stessa dell'esistenza. N'importe où hors du monde, sembra di sentire anche qui, dove per paradosso il protagonista non c'è mai, non sembra esserci mai stato se non per i pallidi segnali che restano nella gente attorno a lui. E ci rimane la domanda dove sia (o quale sia) quel posto da cui non si fa (o non si vuole fare) ritorno, tanto migliore di questo nostro. La risposta resta ad ognuno la sua.
Pontiggia è stato uno dei più grandi del secondo novecento, non ho dubbi. Avevo letto "Il giocatore invisibile" un paio d'anni fa e devo dire che "La grande sera" ha rinforzato il mio giudizio positivo e l'ammirazione per questo scrittore, indagatore del linguaggio e degli aspetti morali della società. "La grande sera" con l'alternanza di descrizioni, il più delle volte incentrate a ritrarre il carattere dei personaggi, e di dialoghi secchi (alla Hemingway per intenderci) costituisce un affresco della società degli anni '80 ed al contempo un libro assai gradevole che induce a riflettere...e poi il finale a sorpresa...
Personalmente non mi è piaciuto quindi mi rimane inspiegabile il fatto che abbia vinto un premio prestigioso come lo " STREGA " ... Sempre a mio modestissimo parere, trovo il modo di scrivere di Pontiggia molto ampolloso ed oltremodo...presuntuoso e per capire questo mio giudizio irriverente, basta leggere la sua prefazione relativa alle correzioni apportate alla stesura definitiva del romazo! Lessicalmente pesante, l'autore ci offre una storia controcorrente con la delusione finale degna della trama che ci accompagna per tutte le pagine. Partendo dall'intenzione di effettuare un viaggio introspettivo nell'animo umano, Pontiggia si limita ad un intrico di personaggi e situazioni che rendono il suo libro difficile da digerire, almeno per chi, come me, vuole anche passare qualche ora lieta leggendo senza doversi sforzare eccessivamente ad interpretare i pensieri dell'autore!
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