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Moby Dick
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Moby Dick - Herman Melville - copertina
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Descrizione


Ishmael, narratore e testimone, si imbarca sulla baleniera "Pequod", il cui capitano è Achab. Il capitano ha giurato vendetta a Moby Dick, una immensa balena bianca che, in un viaggio precedente, gli aveva troncato una gamba. Inizia un inseguimento per i mari di tre quarti del mondo. Lunghe attese, discussioni, riflessioni filosofiche, accompagnano l'inseguimento. L'unico amico di Ishmael morirà prima della fine della vicenda. E' Queequeg, un indiano che si era costruito una bara intarsiata con strani geroglifici. Moby Dick viene infine avvistata e arpionata. Trascinerà nell'abisso lo stesso Achab, crocefisso sul suo dorso dalle corde degli arpioni. Ishmael è l'unico che sopravvive, usando, come zattera, la bara di Queequeg.
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Dettagli

2
2004
Tascabile
1 gennaio 2004
784 p.
9788804525165

Valutazioni e recensioni

4,29/5
Recensioni: 4/5
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Michele Bettini
Recensioni: 5/5

Una balena, ovvero un'espressione della natura che non vuole soccombere, è definita come il Male in persona, da un capitano che la vuole uccidere, senza risparmio di rischi e di mezzi (pochi), per celebrare il proprio personale trionfo. La risolutezza del capitano è determinata da un mito: l'imprendibilità della balena bianca. E' una sfida che la rivoluzione industriale sta per rendere possibile, ma il comandante non vuole affidarsi alle "nuove generazioni". E' la guerra alla maniera di Hitler, senza compromessi, dove l'uomo non vuole addomesticare il nemico designato, né umanizzarlo, ma distruggerlo, per affermare il primato dell'uomo tra tutti gli esseri viventi. Resterà solo un marinaio in vita, come se designato dalla stessa balena, o predestinato quale prova vivente e testimone della morte di Achab e tutto il suo equipaggio. Come tutte le grandi storie si presta a varie interpretazioni religiose e sociali, ossia una utopia e i suoi catastrofici effetti. E' estendibile ad ogni situazione che vede l'uomo al cospetto di una forza a lui superiore. L'utopia è figlia del dolore e della disperazione, che a volte sono fecondi di benèfici effetti morali, artistici e filosofici e ciò accade di rado. La balena è bianca e questo sinistro dettaglio cromatico eccita nel biblico cuore di Achab un delirio di visioni metafisiche e il bravo cacciatore di balene si convince che ha il dovere di vendicarsi ad ogni costo, accoppando quel candido simbolo del male. Per inseguire il suo fine, la distruzione del "Male", Achab ha bisogno di gregari e li trova nei marinai del Pequod, la celebre baleniera. Per riuscire in questa impresa deve infondere nell'equipaggio un po' del proprio entusiasmo, destare in esso una confusa brama di redenzione e di gloria. Moby Dick è soprattutto una grande e possente tragedia, che ha stregato ogni genere di narrazione. La storia narrata da Melville si ritrova sempre la stessa in ogni tipo di rappresentazione, senza tagli né aggiunte.

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Dario
Recensioni: 5/5

Ismaele narra la vicenda del Pequod, nave baleniera capitanata da Ahab, vecchio capitano che ha giurato di vendicarsi della balena bianca Moby Dick che in una precedente spedizione gli aveva strappato una gamba. Ahab è accecato dalla follia è trascina tutto il timoroso equipaggio a condividere con lui la vendetta fino alla fine. La vicenda avventurosa è molto semplice ma la bellezza di questo romanzo è da ricercare anche, e soprattutto, in tutto quello che sta intorno all'avventura. L'incipit (Chiamatemi Ismaele.) da' il via a numerose riflessioni del narratore, a bellissime descrizione dell'oceano, a interessanti dissertazioni sulla caccia alla balena, tutto costruito con superba fattezza per eleganza e contenuti. La fine, lapidaria, non lascia spazio a dubbi e il lettore si trova solo e orfano di magnifiche parole. Un libro che tratta un argomento, qualunque esso sia, con tanta passione, competenza, tanti dettagli e una capacità espressiva e poetica fuori dal comune come Moby Dick, è, nella mia carriera di lettore, cosa unica. Mai ho trovato tanto in un libro; non è il migliore che abbia mai letto ma il più monumentale, leggendario, profondo e appassionato, ad oggi, si!

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Lorenzo
Recensioni: 4/5

Grande classico della letteratura americana e mondiale, può deludere le aspettative se si desidera leggere un semplice libro d'avventura. L'intera storia è una vera e propria allegoria della vita volta alla ricerca e all'interrogazione su quanto l'uomo sia preda degli avvenimenti che lo trascinano sino ai confini dell'insesatezza. Ismaele è un narratore coinvolgente che sa defilarsi per offrire lo spazio alle riflessione del lettore, il capitano Achab un monumentale personaggio della letteratura che conduce ad infiniti approfondimenti, la Balena Bianca l'emblema della malvagità ma anche del misterioso girovagare dei protagonisti. Trama intrigante, scrittura autorevole, l'unico punto da sopportare è relativo ai numerosi capitoli attinenti alle caratteristiche dei cetacei e delle navi baleniere. Consigliato a chiunque abbia voglia di riflettere sui più profondi significati dell'esistenza in compagnia di personaggi di spessore e, perché no, appassionarsi al mare e al mondo marinaresco.

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Conosci l'autore

Herman Melville

1819, New York City

Di ascendenza olandese per parte materna e bostoniana e calvinista per parte paterna, dovette interrompere gli studi a causa del fallimento e della morte del padre. La perdita repentina dell’eden di un’infanzia felice lo segnò precocemente. Terzo di otto figli, dopo vani tentativi di trovare un lavoro stabile, attraversò per la prima volta l’Atlantico come mozzo sulla nave Highlander diretta a Liverpool: il primo di una lunga serie di viaggi che avrebbero fornito il materiale avventuroso ai suoi primi libri e un ricchissimo campionario di metafore alle opere maggiori. Nel 1841, dopo aver peregrinato all’Ovest e al Sud, fece vela per il Pacifico sulla baleniera «Acushnet»: disertore, dopo più di un anno, alle isole Marchesi, visse per...

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