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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 1992
Anno edizione: 2019
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Libro rispolverato dalla libreria e che lessi ai tempi del liceo. La magia della letteratura latino-americana mi ha affascinato durante l'adolescenza e la prima età adulta...ora la leggo con piacere, ma quel "quid" in più non scatta più!!!! Mi sono immersa comunque nei dodici racconti di Marquez che spaziano tra l'Europa e l'America Latina e quelli che mi hanno lasciata interdetta sono stati "Sono venuta solo per telefonare" e "La traccia del tuo sangue sulla neve": il surreale diviene più reale del reale. Tracce di surrealismo caratterizzano, però, tutti i racconti tra i quali molta tristezza mi hanno suscitato "La Santa", "Maria dos Prazeres" (anche se la conclusione dà una sferzata imprevista al racconto), "Tramontana" (in cui con mirabile maestria è resa l'idea dell'ebrezza del vento di Tramontana) e "Diciassette inglesi avvelenati" (racconto che, però, non rende omaggio alla mia bella città, percepita in modo ambivalente dalla protagonista, la signora Prudencia Linero).Ho trovato, invece, affascinante il racconto "La bella addormentata" e surrealmente simaptico il racconto "La luce è come l'acqua".
Questi splendidi dodici racconti del Nobel colombiano sono stati chiamati raminghi perché scritti e pubblicati in epoche e luoghi diversi, lontani tra loro, e concepiti per motivi occasionali, traendo ispirazione in genere da fatti di cronaca in seguito rivisitati e nobilitati con una prosa asciutta ed elegante, e un'empatia ironica e insieme commossa. Distanti da un certo compiaciuto barocchismo sudamericano che talvolta trapela dalle pagine dei romanzi maggiori, qui Garcia Marquez riesce a trovare un equilibrio perfetto tra distacco del narratore e coinvolgimento emotivo dello spettatore, evitando sempre qualsiasi retorica, qualsiasi pedanteria descrittiva. I racconti sono del tutto disomogenei per gli ambienti e le località rappresentate, e questo forse ne sottolinea la particolare originalità: ci troviamo i Grand Hotels delle capitali europee come i bastimenti degli emigranti, l'aristocrazia intellettuale e il più umile proletariato suburbano, giornalisti e ambasciatori accanto a ruffiani, ladri e prostitute. Così ci intenerisce la struggente storia della vecchia puttana comunista che insegna al suo cagnolino la strada per la tomba dove si farà seppellire sapendo che sarà l'unico a visitarla con rimpianto; ci turba la fine tragica e inaspettata della giovane, ricca e bellissima sposina durante il suo favoloso viaggio di nozze; ci sorprende la conclusione dell'estate fuori dagli schemi di una rigida istitutrice tedesca raccontata dai due turbolenti ragazzini che le sono affidati; ci angoscia l'equivoco pazzesco che condanna alla reclusione manicomiale una donna affacciatasi all'istituto "solo per telefonare". Marquez è come sempre maestro nel fare delle vicende individuali dei suoi protagonisti un affresco corale, e nel trovare nelle abitudini locali di paesi diversi quello che li rende universalmente comuni: amore e morte, fede e superstizione, ingenuità e cattiveria. Sempre in balia dell'imprevedibilità del caso o della crudeltà dei fenomeni naturali.
A distanza di meno di un mese dalla sua morte lascio riecheggiare nella mente la grana meravigliosa di questi racconti onorando il maestro con le mie piccole parole di riconoscenza. E' questo un libro che ho riaperto e che esalto senza mezza esitazione perché in esso è contenuto uno dei più bei racconti che ho letto nella mia vita, Maria dos Prazeres, una prostituta capace di sogno, di stupore e di grazia che incarna la strepitosa poesia quando sovverte e sbalordisce. Può stare da solo accanto ai Cent'anni perché sigla la cifra stilistica di Gabo non meno della colossale epopea dei Buendia. Omaggio un grandissimo autore, un cuore visitato dal raro che la grandezza incide nel petto, consigliando a chiunque questa raccolta favolosa.
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