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É un libro che fa riflettere, sul significato dei dieci comandamenti e delle loro implicazioni oggi alla luce di un'interdipendenza ormai davvero globale, nel bene e nel male.
L'autore sottolinea che alcuni comandamenti come " non uccidere" e " non mentire" sono di somma importanza in quanto contengono precetti morali universali e, quindi, sono entrati a far parte dell'inconscio collettivo. Per altri, invece, è necessaria una revisione che tenga conto di questioni morali, impensabili al tempo di Mosè, quale, a proposito del comandamento " onora il padre e la madre",l'inseminazione artificiale. Scrive l'autore: " Persone senza partner, una donna sola, due donne o due uomini possono decidere di programmare un figlio, la sciandolo in anticipo senza padre e senza madre...Allora, davanti a queste situazioni, propongo un'altra lettura del comandamento: esiste il diritto ad avere un padre e una madre, a contare su un'origine". Non mancano giuste riflessioni polemiche nei confronti della Bibbia e della Chiesa cattolica a proposito del precetto "Non uccidere": " Nella Bibbia vengono messi a morte i sodomiti, gli adulteri, i nemici del popolo eletto...Inoltre tutti gli eserciti portano con sé il loro cappellano militare che benedice le truppe, e i condannati a morte hanno accanto un sacerdote che li accompagna al patibolo...Dovremmo considerare anche i milioni di morti provocati dall'anarchia economica, dalle discriminazioni nella distribuzione dei beni materiali, che colpiscono i più poveri e i bisognosi di solidarietà". Ecco che allora " Non uccidere" dovrebbe essere: Non causerai con azioni o omissioni la morte altrui".
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