L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Condizioni del volume: Bel volume davvero. Assolutamente integro senza nessun segno o scritta. Minimi e fisiologici segni del tempo. Da segnalare: vecchia etichetta prezzo in quarta di sovracoperta. TERZA EDIZIONE 2006 Note sul volume: A Budapest il 23 ottobre del 1956 studenti e operai scendono in piazza reclamando riforme che garantiscano la completa destalinizzazione del paese. Le autorità sovietiche designano un nuovo primo ministro, Imre Nagy, e un nuovo ministro degli esteri, Janos Kadar, nel tentativo di calmare gli animi di quelli che definiscono "hooligans". Viene poi liberato il cardinale Mindszenty, la più autorevole voce antisovietica, ma il 31 la situazione precipita. Nagy annuncia il ritiro dell'Ungheria dal Patto di Varsavia, Kadar prende le parti dei sovietici che il 4 novembre intervengono con estrema brutalità per reprimere le manifestazioni. Centinaia di carri armati invadono le vie di Budapest, i morti sono più di 10.000, i feriti, i deportati e i dispersi sono forse altrettanti e più di 200.000 riparano in Occidente. Bettiza rievoca quegli eventi e ne ricostruisce i drammatici effetti sui partiti di sinistra occidentali, mentre si sofferma a descrivere i due maggiori protagonisti della tragedia: Nagy che non cedette ai ricatti dei sovietici, e Kadar che tradì il proprio popolo consegnandolo agli aggressori di Mosca.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Al lettore che assegna "1" vorrei ricordare la differenza tra "preziosismi linguistici" e l'uso errato della lingua italiana. Errato a livello di contesto ecc. Dal punto di vista della lingua è un libro modesto, tedioso. Cerca una prosa evocativa (diciamo così); cerca di colorare la prosa e l'unico colore che rimane sono gli eventuali commmenti coloriti (!!!) del lettore. A parte ciò (e cmq nn è poco) la vicenda è abbastanza chiara, quindi il testo è utile per avere un quadro generale, di riferimento. Nulla di più. Se avete tempo ricordatevi di Miklos Vasarhelyi. Leggetelo, merita (e c'era!).
Sono d'accordo con R.Pietrosanti. Bettiza affronta la rivoluzione d'Ungheria descrivendo lo scenario italiano del PCI e dei testimoni dell'epoca e quindi secondo un taglio in cui l'obiettivo è portare alla luce la colpevole complicità di Togliatti e del PCI (incluso l'attuale presidente Napolitano e il padre di Mieli attuale direttore del CorSera) nel sostenere la repressione sovietica. Se si vuole conoscere il dettaglio di quei giorni la lettura va completata, ma non sostituita, con altri autori come ad es Sebestyen. Bettiza dà infatti quasi per scontato che le vicende siano conosciute. A volte il testo è un po' tortuoso, ma la chiara accusa contro l'' "intelligentia" di sinistra che oggi si dichiara pentita (sempre lei Presidente Napolitano) e che con ipocrisia condanna dopo oltre 50 anni quei fatti ripaga ampiamente la lettura. All'altro lettore vorrei dire che l'età e l'esperienza di Bettiza ne fanno uno dei maggiori testimoni dei disastri del Comunismo nel '900 essendo stato anche testimone diretto dell'altra repressione sovietica: la primavera di Praga del 1968
Mi spiace non essere d' accordo col lettore Mauro Proni. Certo, Bettiza non è Fejtò o Molnar o Argentieri, o Sebastyen, ma a chi abbia un minimo di conoscenza di base sulla trama storica degli avvenimenti della rivoluzione ungherese Bettiza dà un' ottima presentazione dall' interno, psicologica, direi, di come si sono mosse le principali dramatis personae. Tra queste, dopo Nagy e Kadar, eccellono Chruscev e altri dirigenti del Cremlino e un certo...Palmiro Togliatti, molto ascoltato nel caso ungherese, cinicamente intervenuto il 23 e 30 ottobre con due durissime lettere, tuttora censurate da storici compiacenti (vedi Agosti), per spingere all' intervento armato, colui, che, come tutti sappiamo il 4 novembre sera rispose a Ingrao di aver brindato con un bicchiere di vino rosso in più e che fece spostare l' esecuzione di Nagy, Maleter e degli altri due condannati al 16 giugno 1958 perchè così il PCI non fosse danneggiato nelle elezioni del 25 maggio precedente! Spesso conoscere pochi retroscena illumina tutta la trama di un' opera.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore