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mi é piaciuto molto e nello stesso tempo mi ha infastidito. mi infastidiscono le troppe sigarette, spinelli e alcool. Giorgia non la reggerei per due giorni di fila, molto ben caratterizzata ma soprattutto mi infastidisce Bologna ridotta in questo stato. l'ho lasciata, splendida allegra, notturna, gioviale, goliardica, 35 anni fa con la morte nel cuore ed ogni volta che tornavo avevo il sospetto che la citta stesse cambiando (in peggio). sicuramente leggeró altri libri di Grazia Verasani ma vorrei solo che "americaneggiasse" un pó meno nello stile.
Un libro che merita attenzione, al di là dell'etichetta di genere "noir". Ciò che colpisce e rimane nel lettore è il personaggio di Giorgia, col suo passato familiare e i suoi tormenti, non le vicende che si dipanano nel racconto. Addirittura la trama gialla è, senza offesa, indegna di tale definizione. Potrebbe invece benissimo essere un romanzo tout court, con al centro le emozioni e il vissuto legato a un passato tragico sempre presente di un'insegnante, un'assistente sociale, una panettiera. Anzi, forse l'aver voluto fare di Giorgia una detective ne limita lo scavo psicologico, a favore di un avvicinamento manieristico a certi clichè noir. Comunque un bel libro, forse non per gli amanti del giallo ma per quelli della buona narrativa.
Poca storia, banale. Personaggi vecchi, personaggi medi, personaggi giovani e tuttavia tutti con le stesse problematiche: tutti, uomini o donne, ugualmente fumatori, o cocainomani, o alcolisti e pieni di amarezza irrisolta. Tutti a recriminare o a piangersi addosso per qualcosa o qualcuno. No, non mi è piaciuto. E poi sta mania di chiamare le sigarette con la loro marca, e le automibili con la loro marca: fa trendy?
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