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Il giocatore invisibile
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Il giocatore invisibile - Giuseppe Pontiggia - copertina
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giocatore invisibile

Descrizione


Dalle pagine di una rivista di filologia classica un anonimo attacca un professore all'apice della sua carriera. Il motivo occasionale è l'etimologia inesatta di una parola, ma le ragioni profonde di quell'attacco sono invidie, amori, rivalità, gelosie. Nella ricerca del nemico misterioso crolla la maschera di falsità, il castello di certezze culturali ed esistenziali del professore, sfidato in una partita impari con quel giocatore invisibile" che rappresenta il destino di ognuno di noi.
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Dettagli

2007
Tascabile
20 febbraio 2007
XVII-190 p., Brossura
9788804567189

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
Recensioni: 5/5

I tradimenti del linguaggio, le estrosità, gli inganni, l'ambiguo che attraversa i suoi spifferi, facezia e pericolo, attenzione e svista, tormento e armonia. Questo il nodo attorno alla vicenda, che in breve potremmo definire come un giallo semantico. Il contorno è magnifico: una Milano come cosciente della cappa sinistra che la cinge, stanze universitarie dove l'incenso dell'invidia aleggia come in un rito obbligato, vicoli di muri scrostati che riflettono benissimo la pochezza dell'umano, carriere dubitanti del loro stesso livello, zollette di sterco ben mescolate nelle tazze dei convenevoli. E una lettera anonima su un tavolo di un docente che inizia a tessere nella trama la sua lenta tela, inquietando, muovendo sospetti e ricerche nel piccolo inferno squallido di quei corridoi. Dirà il protagonista, preso davvero nelle spire di quel tormento: "Sono un lago che deve uscire da un contagocce". Pontiggia gioca di fioretto, la sua raffinatezza arriva presto nel dono del racconto; ogni movimento di frase non è che la grande vena che sfocia in un dettato più ampio: il confronto fra vita intellettuale e verità umana, una volgarità che in quel mondo è ancora più fitta rispetto ad altri contesti o mestieri offerti dalla vita, vezzi e formalismi in fondo lerci, e affettazioni, pose, riguardi meno che autentici nelle melme degli incontri quotidiani: "Conta più l'autorità con cui parli che ciò che dici". Frase tremenda in un mondo nel quale i contenuti e l'umiltà del dentro dovrebbero scandire esempio in ogni stoffa di sillaba. Perché quando si legge: "l'omertà si chiama riserbo e la stonatura dissonanza" si avverte presto che le parole sono proiettili e lame orribili, in grado di aggiustare tutto, di comporre falsità conclamate, di azzittire un grido di vittima, perché non sanno evitare di rimirarsi allo specchio. Congegno di eleganza indiscutibile.

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Pino Chisari
Recensioni: 3/5

Non mi ha entusiasmato, pure se l'autore mostra grandi capacità narrative e notevole cultura: ma la storia in se sembra troppo da addetti ai lavori, non sempre facile da seguire e dai riferimenti culturali complessi.

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Giocatrice
Recensioni: 5/5

Giaceva da tempo nella mia libreria (chissà perché scioccamente non l'ho letto prima) un romanzo sulla vulnerabilità dell'uomo che, più è arrivato e più sembra inattaccabile, più è feribile. Ma Il giocatore invisibile (Oscar Mondadori) è anche un romanzo che, per la sua scrittura, è rigenerativo del trofismo (faccio il verso alla crema viso che sto usando) mentale.

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Conosci l'autore

Giuseppe Pontiggia

1934, Como

Giuseppe Pontiggia è stato uno dei maggiori scrittori e critici del secondo Novecento italiano. Dal padre bibliofilo eredita la passione per i libri, diventandone grande conoscitore e collezionista. La sua famiglia è agiata e ben voluta: suo padre lavora in banca, sua madre è casalinga, i suoi fratelli leggono tutti, sono appassionati dei libri della grande biblioteca di casa. Poi succede che il padre viene ucciso perché funzionario fascista – o forse no, le ragioni non erano chiare, così come gli assalitori –, e questo trauma per primo lo spingerà a scrivere.Si laurea nel 1959 all'Università Cattolica di Milano con una tesi sulla tecnica narrativa di Italo Svevo.Per aiutare la famiglia comincia a lavorare in banca, ma grazie...

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