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A Carla B., che nella sua recensione ha scritto che "il libro è solo un elenco di serie tv ma non c'è una analisi critica", vorrei dire che forse non ha letto il libro con attenzione o, forse, ha letto un altro libro. Dalla fine degli anni '80 non guardavo serie televisive americane, sia perché non mi appassionavano più (il mio gusto televisivo era rimasto più o meno fermo agli anni '70) o perché le ritenevo un po' snobisticamente delle sciocchezze . Invece, il libro di Grasso mi ha letteralmente aperto gli occhi. Grasso non fa un mero elenco di telefilm, ma presenta un'analisi dettagliata della storia delle serie televisive dagli anni '50 ad oggi, con una serie di rimandi letterari, cinematografici, sociologici ed estetici. Per esempio, chi avrebbe sospettato che i monologhi di Carrie di "Sex & the City" ci potessero ricordare Woody Allen? E' inoltre molto interessante l'analisi dei generi "teen drama" e "dramedy", per l'impatto che hanno avuto sulla società americana e non solo. Chi pensava (come me) che il telefilm fosse la "Cenerentola" della televisione, deve invece ricredersi. Grasso ci spiega i motivi per i quali anche il telefilm è diventato una forma d'arte vera e propria, forse superiore al cinema stesso. E anche le due appendici, che qualcuno ha definito "decontestualizzate", hanno invece senso, in quanto anche le nuove serie animate ("I Simpson", "South Park") e il fenomeno dei telefilm di "culto", rientrano a pieno titolo nell'analisi delle serie televisive. Un libro decisamente interessante e sorprendente, scritto da uno dei nostri migliori critici televisivi.
Ho trovato il volume veramente superficiale. Da Aldo Grasso che si spaccia per grande esperto di tv (ed è anche ordinario alla Cattolica di Milano) mi aspettavo molto di più. Il libro è solo un elenco di serie tv ma non c'è una analisi critica (che abbia preso spunto da qualche laurea triennale della quale è stato relatore?). E le due appendici? che senso hanno? Sono totalmente decontestualizzate. Si capisce che aveva questi due saggi di suoi collaboratori e li ha utilizzati per rimpolpare il libro. Se fosse un blog di un appassionato andrebbe anche bene.... ma se questo è il livello dei Television Studies in italia siamo messi bene.....
Libro ben fatto e utilissimo anche per gli addetti del settore, ma con difetti non trascurabili... Dal vastissimo repertorio di telefilm citati e trattati mancano diversi prodotti che per longevità e prestigio hanno fatto la storia del genere televisivo e dei loro filoni anche se non hanno portato grandi innovazioni (ad esempio "Stargate SG-1", "Il tocco di un angelo", "Streghe", "Walker Texas Ranger"). Inoltre ci sono errori anche grossolani in alcune trame per giunta esposte con pretenziosa dovizia (ad esempio la Diana di "V-Visitors" è menzionata come una regina monarchica in senso letterale, con tanto di trono e di spodestamento ad opera della bionda Lydia).
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