Piano inclinato

Un libro ben scritto, semplice e diretto, stringato, essenziale, facile da leggere. Si narra di un ragazzo che, nato in una famiglia del ventennio fascista, cerca di dare senso nuovo alla sua vita grazie ad un dopoguerra aperto verso qualsiasi opportunità di rivalsa. Lodevole e, tutto sommato, ben improntato il tentativo di sdoganare le ossessioni ideologiche di un’Italia totalitaria, riportando l’essere umano sul nudo e crudo “piano inclinato” della vita. Ma vi è una sensazione d’incompletezza che alla fine si avverte (tanto da lasciar supporre che l’autore non si sia voluto concedere ad una più che concreta “finalizzazione” del racconto), quasi come fosse conseguenza della stessa scrittura o, piuttosto, come se qualunque altra parola risultasse inadeguata. C. Matar

Splendida conferma Caccavale! Libro scorrevole e pregno di significati morali e comportamentali. Quello che mi piace di più di questo autore sono le frasi a effetto che ci sono nei suoi testi, in "Piano Inclinato" quelle che mi sono piaciute di più sono:1) I libri vanno rispettati tutti. Chi scrive si denuda, fra le parole e le righe. E si rivela a sè e al lettore. Ogni libro è una testimonianza 2) L'uomo vinto è umile, ha coscienza di sè e dei suoi limiti, non è un narciso, è capace persino di sacrificare la propria vita per salvare quella del prossimo. Il vincitore è arrogante, spocchioso, superbo, si sente la giustizia fatta persona e, grazie alla sua potenza, crede di poter decidere cosa sia il bene e cosa il male