La figlia del matematico

Senza infamia né lode, è un romanzo che si fa leggere anche se, come detto da altre recensioni, la fede quacchera a volte diventa ridondante, come se non ci fossero altri colpi di scena che questo per portare avanti il romanzo. Il libro nella parte centrale-finale risulta molto prolisso e i personaggi, a mio parere, risultano troppo stereotipati. O si è buoni all'estremo o cattivi, solo la protagonista può sbagliare e quando lo fa, giù di elucubrazioni mentali. Francamente non si capisce nemmeno quale sia il problema del duca... ne danno accenni di sintomi ma non fanno mai veramente capire cosa sia

lettura piacevole e non impegantiva che racconta una storia già vista e rivista anche nei cartoni animati: la bella e la bestia.

Come lettura da fare sotto l'ombrellone o nel week-end, per rilassarsi, può anche andar bene. L'idea di partenza era buona, tuttavia sono d'accordo con chi mi ha preceduto nel dire che il personaggio della protagonista femminile risulta a tratti francamente insopportabile, con le sue radicate convinzioni religiose, che la portano non tanto ad essere ammirevolmente coerente (come l'autrice vorrebbe indirci a pensare), quanto piuttosto esageratamente rigida e talvolta francamente ottusa. Com'è possibile che il protagonista maschile, personaggio dal carattere apprezzabilmente forte ed intelligente, possa innamorarsi di lei? Inoltre il ritmo della narrazione diviene, in certi punti, troppo lento..