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Anno edizione: 2008
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Ho letto il libro e non mi ha soddisfatto. Per me un libro si giudica dal sapore in bocca che lascia alla fine e stavolta il sapore in bocca è stato amaro. Di seguito i problemi: 1. Le cifre presentate non hanno alcun riferimento bibliografico. Da dove vengono? Con che criterio sono calcolate? Per me il metodo scientifico (galileiano) non è rispettato. 2. Sempre le cifre. La maggior parte dei dati si riferisce al 2050, ricavati, immagino, interpolando i dati odierni. Oggi siamo al 2009, quindi, facendo due conti, 2050-2009=41. Se faccio un balzo di 40 anni indietro rispetto al 2009, ovvero al 1959, ho un immagine di un paese l'Italia completamente diverso da oggi (paese di emigranti, paese con tanti figli, ecc.). Nel 1959 ci saremmo potuti immaginare l'Italia del 2009 come paese di immigrati con pochi figli, ecc. ecc.? Perciò il metodo presentato non ha senso. E' come se cercassi di decidere se il 14/01/2019 nevicherà a Bergamo sulla base dei dati di quest'anno. E' irragionevole. Faccio prima a tirare i dadi... 3. lo scientismo di fondo. in sostanza l'idea di base presentata dagli autori appare solo nel finale. "La scienza ci salverà" è il messaggio riassuntivo dell'opera. Personalmente discordo. Per non parlare del relativo 'disprezzo' delle scienze umane, le quali, secondo gli autori, in fin dei conti devono piegarsi alla grandezza delle scienze fisiche (loro sono meno espliciti nell'affermare questo, ma, stringi stringi, questo dicono). Finale: più un libro per le 'masse' o forse per le 'massaie' (perdonatemi), che qualcosa di veramente 'buono' per la propria cultura e per la propria vita.
Eccellente! Un libro che offre una visione chiara, precisa e onesta dei principali problemi che affligono il mondo e sopratutto l'Italia correlati al problema demografico. Divulgatore eccellente che descrive i problemi e propone soluzioni in un contesto italiano purtroppo poco ricettivo.
Una delle emergenze planetarie più affrontate sia in tv sia sui giornali è quella relativa all’esplosione demografica in corso in Asia e Africa che porterà la popolazione mondiale a raggiungere i 9 miliardi di abitanti , con le conseguenze che tutti conoscono in tema di impatto ambientale, risorse energetiche, acqua ecc. Parrebbe pertanto sorprendente trovare in libreria una pubblicazione dal titolo “Perché dobbiamo fare più figli” a firma di Piero Angela e Lorenzo Pinna. L’analisi socio-economica presente nel libro riguarda la situazione europea ed italiana, in cui, in controtendenza rispetto alle aree in via di sviluppo, la popolazione è in fase di decrescita ma, soprattutto, di invecchiamento. Ciò comporta molteplici problemi, tra cui Difficoltà gestionali dei sistemi pensionistici (in Italia ci sono 7 pensionati ogni 10 lavoratori e saranno in rapporto di uno ad uno fra pochi anni); Aumento delle spese sanitarie (una notevole percentuale delle stesse riguarda la fascia di età sopra i 65 anni che è in fase di rapida crescita); Necessità di aumentare la produttività di ogni singolo lavoratore per far “girare” un’economia in cui la fascia produttiva è sempre più ridotta a fronte di quella improduttiva . Il monito di Angela e Pinna è quindi un invito alla maggiore procreazione per riportare il tasso di natalità a livelli sufficienti per mantenere stabile la popolazione italiana o quantomeno per frenarne l’eccessivo sbilanciamento e, così, consentire al sistema economico-sociale di sopravvivere. L’esposizione dei contenuti è come sempre chiara, brillante e di facile lettura. Chi segue con attenzione Angela, forse troverà un po’ ripetitivi gli ultimi quattro capitoli, in cui vengono affrontati i temi dell’energia, della fuga dei cervelli e del sistema scolastico italiano. Nel complesso un’ottima pubblicazione che, con la precedente “La sfida del secolo” – Mondadori 2006, traccia un quadro non proprio tranquillizzante per il futuro economico-sociale del nostro paese.
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