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Alla fine ho deciso di vivere
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Alla fine ho deciso di vivere - Jean-Louis Trintignant,André Asséo - copertina
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Alla fine ho deciso di vivere

Descrizione


L'abbiamo conosciuto con il vento tra i capelli, su una Lancia Aurelia guidata da Vittorio Gassman, nel "Sorpasso". Era bello, sorridente, felice e correva a tutta velocità verso il futuro. E invece la tragedia lo aspettava dietro l'angolo. In quel film e nella vita. Alcuni anni dopo, mentre Trintignant è sul set del "Conformista" di Bernardo Bertolucci, la scure del destino, impietosa, cala su di lui: la secondogenita Pauline muore in culla. Seguono anni duri, dolorosi, che però i grandi successi professionali in qualche modo addolciscono. Ma proprio quando la vita sembra aver compiuto il suo ciclo, l'anziano Trintignant, ormai nonno di quattro nipoti, viene colpito ancora una volta da una freccia avvelenata: sua figlia Marie muore, ammazzata di botte da suo marito, il cantante dei Noir Désir Bertrand Cantat. Un dolore così a settant'anni può essere fatale. Eppure Trintignant ancora una volta decide di vivere, di continuare a percorrere la sua strada che proprio quest'anno l'ha portato a vincere a 81 anni la palma d'oro a Cannes con il film "L'amour". In "Alla fine ho deciso di vivere" Trintignant ci racconta la sua storia, ripercorre la sua vita, quella vita che tanto gli ha dato e che forse troppo gli ha tolto.
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Dettagli

2012
196 p., ill. , Rilegato
9788804625339

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Romolo Ricapito
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Il libro-intervista "Alla fine ho deciso di vivere", scritto da André Asséo con Jean-Louis Trintignant, segna un ponte ideale tra il passato (recente) e il presente dell'attore francese. L'intervista-fiume risale a dieci anni fa; il lettore se ne avvede quando a un certo punto Trintignant ,discutendo col giornalista Asséo sull'argomento "attori storici del cinema italiano" ( come Tognazzi e Gassman) saluta l'amico Alberto Sordi , "l'unico rimasto in vita". Il libro, diviso per argomenti specifici vertenti la carriera e le attività extra-professionali di Trintignant, rifiuta gossip e storie di letto. E' così un documento rigoroso e preciso, ma anche un po' freddo, incentrato interamente sulle aspirazioni, l'interiorità e le ambizioni del divo francese. Tanto per fare un esempio: interrogato sulla Bardot, Trintignant (che ebbe una storia molto pubblicizzata con la sua partner di "Piace a troppi") liquida la splendida Brigitte con la frase: era molto intelligente, più che brava. Di Romy Schneider appena un accenno: ovvero la descrizione della bellezza del volto. Il libro ha però un limite per il lettore italiano: è assai difficile essere compartecipi della carriera francese (anche da regista) di Trintignant, laddove vengono menzionati film e personaggi poco conosciuti da noi. Ovviamente la narrazione si fa più intrigante nel momento in cui Trintignant parla della sua brillante carriera nel nostro cinema. L'Italia è il paese che lo rese celebre a livello europeo con quel capolavoro che è Il Sorpasso. La lavorazione del "Conformista" di Bernardo Bertolucci coincide con la morte della figlia Pauline (1961-1970), addormentatasi per sempre mentre riposava nella sua culla. Bertolucci "sfruttò" il dolore di Jean-Luois per dare vigore al melo tratto da Alberto Moravia. Ma per l'attore fu giusto così. .

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Jean Louis Trintignant

1930, Piolenc

Attore e regista francese. Interprete timido e schivo, abilissimo nel costruire personaggi apparentemente impassibili che però riescono a mostrare in modo sofferto i propri sentimenti, debutta nel cinema nel 1956 al fianco di Brigitte Bardot in Piace a troppi di R. Vadim; dopo alcuni anni trascorsi nell’esercito durante la guerra in Algeria, è ottimo interprete in Un’estate violenta (1959) di V. Zurlini e Il sorpasso (1962) di Dino Risi, mentre la consacrazione definitiva arriva con Un uomo, una donna (1966) di Claude Lelouch, film che lo conferma come uno dei più apprezzati attori europei. Nel 1969 è impeccabile protagonista di Z - L’orgia del potere di C. Costa-Gavras e La mia notte con Maud di E. Rohmer; l’anno successivo offre una straordinaria...

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