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Anno edizione: 2013
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L'unico vero e puro libro su Giorgio Gaber mai scritto fin'ora. Un libro raccontato dal suo amico e co-scrittore degli spettacoli teatro-canzone Sandro Luporini. Un libro intenso e vero, un libro che consiglio di leggere a tutti i fan di Gaber che piangono ancora la sua morte, un libro autentico che mi ha emozionato e mi fa venire i brividi ripercorrendo la carriera da un punto di vista anche più intimo.
La vita artistica di Giorgio Gaber al fianco di Sandro Luporini; pittore, paroliere anarchico, libero pensatore e soprattutto amico del Signor G. Chi fosse Giorgio Gaber molti pensano di saperlo, ma in pochi possono ben dire di averlo conosciuto veramente; fra questi c'è di sicuro Sandro Luporini, amico di vecchia data che con Gaber seppe scrivere pagine memorabili della canzone di casa nostra, da: "Far finta di essere sani" a "Qualcuno era comunista", passando per "Destra - Sinistra" e molto altro. Attraversando almeno quattro decadi della nostra malandata penisola: dagli anni delle tournee più emozinanti a quelli di quelle più problematiche, anche per motivi di salute mentale e personale. Dagli anni della contestazione, sino alle poche esperienze tv che non seppero dare il giusto rilievo all'opera di Gaber, per terminare con il mondo del cinema, che per Gaber ebbe sempre tutt'altro che un occhio di riguardo. Un opera che è necessaria sia per coloro che apprezzano il signor G, sia per coloro che desiderano avvicinarvisi in punta di piedi attraverso il ricordo di un fido collaboratore-amico, Sandro, qui affiancato dal figlio del cugino: Roberto, attraverso 311 piacevoli pagine mascherate da lunga intervista monologo per una tesi di laurea dedicata al dorato mondo del teatro canzone.
Recensioni
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Questo libro è davvero un evento. Meglio, è un regalo che Sandro Luporini e con lui la Fondazione Gaber ha voluto fare a chi ha amato il signor G e continua ancora oggi ad apprezzare la sua opera. Sandro Luporini è stato per quarant'anni il più stretto collaboratore di Giorgio Gaber. Potremmo definirlo un signor A, a come Autore e Amico. Non ha mai parlato troppo, ancora meno dopo la scomparsa di Gaber, il 1 gennaio del 2003. Come ci racconta Roberto, il nipote di Sandro, nella postfazione, convincerlo a raccontare non è stato facile. Ma chi meglio di lui poteva restituire il senso di quegli anni, di quei testi, dell'esperienza del Teatro Canzone? Così Sandro racconta, come un fiume, racconta del primo incontro in un bar di via Procaccini nei primi anni Sessanta, di quando andò a sentire il giovanissimo Gaber, neo ragioniere, che suonava e cantava il rock'n'roll. Lui aveva trent'anni e dipingeva. L'altro aveva già ottenuto un certo successo con il disco Non arrossire. Si piacquero subito e presto decisero di provare a collaborare. La prima canzone scritta insieme è Suono di corda spezzata, lato B del 45 giri La ballata del Cerutti. Seguiranno altre canzoni fino a quando sul finire degli anni Sessanta, Gaber sentirà sempre più forte l'esigenza di un nuovo spazio di espressione, diverso da quello della televisione e del disco. Nella Viareggio di Sandro Luporini, nasce l'idea di scrivere una storia per il teatro, con protagonista il signor G, un uomo che nasce in una famiglia borghese e cerca di rinnovarsi, di cambiare, di scrollarsi di dosso le ipocrisie del suo ambiente. Una storia fatta di canzoni e monologhi (inizialmente in minoranza rispetto alle parti cantate), il Teatro Canzone. Questa forma artistica si rivelerà un successo e Gaber nel corso degli anni porterà in scena gli spettacoli scritti insieme a Luporini, registrando sempre tutto esaurito e repliche. Abbiamo la possibilità, leggendo questo libro, di conoscere come sono nati quegli spettacoli teatrali, in quali contesti, come sono stati accolti, come quelle canzoni e quei monologhi hanno attraversato la società italiana in anni di forti contraddizioni. Abbiamo la possibilità, leggendo questo libro, di liberare la biografia di un artista da impalcature e luoghi comuni. E niente mitizzazioni e leggende. Sandro Luporini ci racconta chi era insomma il signor G, senza filtro, restituendoci tutto il suo entusiasmo, l'ironia, la forza interpretativa. Una voce da dentro, dentro il Teatro Canzone, come se il Teatro Canzone, si raccontasse e ci raccontasse chi è stato Giorgio Gaber.
A cura di Wuz.it
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