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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2003
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Robert Conquest nel 1937 si era iscritto al Partito Comunista in UK. Anni dopo si disilluse sul comunismo, ne comprese le caratteristiche estremamente negative. Questo saggio è ben documentato ed è utilissimo per comprendere la figura del sanguinario dittatore paranoico Stalin inquadrato nel periodo storico in cui fu al potere in Unione Sovietica.
Più demonologia che storiografia. La figura di Stalin è analizzata in chiave moralistico - psicologica con le categorie della malvagità e della psicopatologia separando completamente la realtà della violenza politica e sociale del contesto post - rivoluzionario, che trova comunque il proprio fondamento nella secolare oppressione delle masse rurali russe da parte dell'aristocrazia feudale e della sua espressione politico/ideologica, ovvero lo zarismo. Non è minimamente considerato l'insieme di vincoli e rischi nei quali il leader sovietico si trovò ad operare, ovvero il pericolo di guerra all'esterno, la latente guerra civile e il costante pericolo di destabilizzazione all'interno. Non si considera: 1) che, da calcoli effettuati in Occidente (Robert C. Allen), la crescita media del PIL sovietico, grazie ai piani quinquennali voluti fortemente da Stalin, fu del 5,3% dal 1928 al 1940 e grazie a questi piani si spiega larga parte della vittoria sovietica sulla Germania nazista (e quindi la vittoria degli Alleati durante la II GM); 2) che le infiltrazioni di elementi e gruppi di destabilizzatori era certamente significativo nell'URSS del 1936 - 38 e tale presenza metteva costantemente a rischio le conquiste della Rivoluzione di Ottobre (va ricordato che il tasso di alfabetizzazione passò dal 38 all'81% dal 1918 al 1939); 3) che, anche in considerazione di quanto appena affermato, la dittatura staliniana, largamente imposta dalle circostanze, non può assolutamente essere interpretata con la categoria del totalitarismo, ma piuttosto della dittatura sviluppista; 4) che il sistema dei Gulag di detenzione e lavoro coatto degli oppositori o presunti tali non può essere in alcun modo confrontato con i Lager nazisti di sterminio su scala industriale degli ebrei, assai più feroce. Un testo sconsigliato, perfettamente funzionale - in definitiva - al mantenimento dell'egemonia mondiale del capitale sulle masse lavoratrici.
Partiamo da un presupposto: chi era R. Conquest? per dirla terra-terra era un dipendente dei servizi segreti inglesi pagato per combattere (o controbattere) l'influenza comunista nel mondo. Un propagandista insomma. Ma vediamo cosa ne pensa John Getty su Conquest: <<[...] i libri di Conquest erano destinati ad essere presentati a degli "utili idioti" come certi docenti di università minori, sedicenti esperti politico-militari, e gente che lavorava nella stampa, in radio e televisione. Per gli "storici anti-comunisti militanti" - quindi non proprio-proprio obiettivi - Conquest rimane ad oggi una delle più importanti fonti di materiale sull'Unione Sovietica. E’ un fenomeno, e non l’unico del dopoguerra, di “disciplina scientifica asservita alla propaganda di stato” (e in questo caso “lo stato” era la NATO) che si era già visto, in maniera più eclatante e senz’altro più grave, durante la seconda guerra mondiale, nei regimi totalitari e nelle loro folli discriminazioni razziali “scientificamente” supportate, appunto, da accademici prostituitisi. >> E badate bene che lo statunitense Getty non è nemmeno lontanamente un comunista eh. Questa opera è dunque lontana dall'essere obiettiva, ma è molto pubblicizzata perché anche se non siamo più nella Guerra Fredda l'anticomunismo tira sempre. Anche se si dicono falsità.
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