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Banche: possiamo ancora fidarci? - Federico Rampini - copertina
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Banche: possiamo ancora fidarci?

Descrizione


Il 2015 verrà ricordato per uno shock a cui gli italiani non erano abituati né preparati. Sono fallite delle banche. Piccole, ma non trascurabili. La protezione del risparmio è stata messa in dubbio. Un brivido di paura si è diffuso perfino tra i clienti di altre banche più grosse e più solide, perché nel frattempo entravano in vigore nuove regole, imposte dall'Europa, che comportano maggiori rischi per i risparmiatori. Sono così venute alla luce storie tragiche: cittadini ingannati, titoli insicuri venduti agli sportelli bancari, obbligazioni travolte nei crac. In parallelo, brividi di paura sulla tenuta delle banche si sono manifestati anche in altre parti del mondo: in Cina e persino nell'insospettabile Germania. E a preoccuparci non ci sono solo le banche private, quelle dove abbiamo i conti correnti e i libretti di risparmio. Anche quelle che stanno molto al di sopra, le istituzioni che dovrebbero governare la moneta e l'economia, non offrono certezze. In America, nell'Eurozona o in Giappone, la debolezza dell'economia ha rivelato errori e limiti delle banche centrali. In un'epoca come questa, in cui i redditi da lavoro diventano incerti o precari, il risparmio è ancora più importante che in passato. Ma possiamo fidarci di chi ce lo gestisce?
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Dettagli

2016
5 aprile 2016
123 p., Brossura
9788804661405
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Indice


Indice

Introduzione
I. La signora Veronica e le paure del risparmiatore
II. Sofferenze bancarie e virus della politica
III. La rivoluzione europea nelle regole bancarie: chi ci perde
IV. Il mistero delle obbligazioni subordinate
V. Tasso zero e trappole per il risparmiatore
VI. Fondi comuni, chi ci guadagna?
VII. Il curioso incidente del cane che non abbaiò
VIII. La cura sbagliata: costruire megabanche
IX. Shakespeare, Robinson Crusoe, Angela Merkel... e la morte per debiti
X. Wall Street otto anni dopo
XI. L'American Dream divorato dal debito a vita
XII. La crisi non arriva mai da dove stai guardando
XIII. Stampare moneta non basta più, ovvero l'impotenza dei banchieri centrali

Conclusioni

Valutazioni e recensioni

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leonardo de chanaz
Recensioni: 4/5

Rampini non mi delude mai. E' vero che la prima parte è abbastanza nota, ma un ripassino non fa mai male. Però il quadro è decisamente fosco. Ci siamo avvitati in un mix di disonestà e cattiva gestione. No, non bisogna fidarsi delle banche, tanto più con le raccomandazioni ufficiali che girano. Che peccato. Il futuro è scuro e non si vede alcuno orizzonte di speranza.

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Attilio Alessandro
Recensioni: 1/5

Questo libro non serve a niente. Disamina da specialista di politica economica sulle banche mondiali ma consigli pratici zero. Pensavo di leggere un manuale su come orientarsi per gestire il proprio risparmio ed invece no, niente di tutto ciò. Libro da evitare. .

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La recensione di IBS


Rampini torna ad accendere i riflettori sui mali e le malefatte della finanza e sui comportamenti non sempre virtuosi dei banchieri. E questo suo libro vuole servire da guida. Per capire quel che sta succedendo nel sistema del credito.

Abbiamo imparato a fatica a non fidarci delle clausole scritte a caratteri microscopici sugli opuscoli informativi e a non accettare condizioni d’uso illeggibili con un click. Abbiamo imparato a diffidare delle offerte telefoniche dei call center e a rifiutare rinnovi automatici di ogni genere. Dopo la crisi del 2008, finalmente abbiamo capito che il sistema finanziario mondiale nascondeva al suo interno dei meccanismi perversi per cui, dalla confusione del risparmiatore – asimmetrie informative - scaturivano quantità imbarazzanti di rendite finanziarie, inesigibili se non inesistenti nel mondo reale.

Alla triste conclusione che le banche mondiali fossero quanto meno in mala fede nel concedere prestiti a persone e aziende morose, incapaci di restituirli, generando quelle obbligazioni spazzatura – i derivati - che infettarono il sistema, arrivammo anche grazie al crollo delle borse mondiali e poi di fronte alla innegabile débâcle delle economie reali di Usa e Europa. Fu anche grazie al lavoro dei giornalisti e analisti finanziari che ci vennero svelati i meccanismi che governano la grande cupola della finanza mondiale. Risale al 2013 il libro che Federico Rampini ha dedicato alla spiegazione di questo fenomeno, Banchieri (Mondadori): un interessante saggio che faceva luce sulla situazione globale di crisi dell’economia.
Oggi il giornalista de la Repubblica, corrispondente da New York, ritorna a parlare di banche, concentrandosi questa volta più in particolare sul caso italiano e raccontando ai piccoli risparmiatori di casa nostra cosa è cambiato e in che direzione stiamo andando dopo la riforma del 2013.
Il 2015 verrà ricordato dalle famiglie italiane per via di uno shock che nessuno avrebbe immaginato: il fallimento delle piccole, ma non trascurabili, banche italiane. Parliamo dei casi della Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Marche, Carife e Banca Etruria. Che cosa è successo veramente nel sistema bancario italiano e, soprattutto, com’è stato possibile che gli italiani non si siano resi conto di ciò che stava succedendo ai propri risparmi, andati in fumo nel giro di qualche settimana?

Probabilmente l’Italia ha accettato, senza dare la corretta informazione alla società civile, una nuova normativa bancaria europea che mette a rischio i risparmiatori, e sicuramente le autorità preposte al controllo delle operazioni concesse dalle banche, Consob e Banca d’Italia, non hanno vigilato abbastanza. Allo stesso tempo, soprattutto i piccoli istituti di credito più vicini al territorio, hanno continuato a concedere dei crediti anche a soggetti e imprese che non potevano restituirli, da ciò l’aumento delle cosiddette “sofferenze”. Tutti questi fattori hanno portato alla situazione che tutti conosciamo.

Come proteggere i nostri soldi, evitare i tranelli dei contratti standard, monitorare le operazioni dei professionisti cui affidiamo i nostri risparmi? Lo scopriremo leggendo questo breve e intelligente saggio di Federico Rampini, scritto con una rara determinazione e precisione, come una preziosa guida alla lettura dei fatti che ci accadono ogni giorno. Se i vertici delle istituzioni bancarie ci chiedono, come risparmiatori, una maggiore educazione finanziaria, Federico Rampini ci offre una bella lente d’ingrandimento sulle loro cattive abitudini.

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Conosci l'autore

Federico Rampini

1956, Genova

Scrittore e giornalista italiano, ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1977 a «Città futura», settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), di cui era segretario generale Massimo D'Alema; dal 1979 scrive per «Rinascita», giornale che deve abbandonare nel 1982 dopo avervi pubblicato un'inchiesta sulla corruzione in seno al PCI. In seguito è stato prima vicedirettore de «Il Sole 24 Ore» poi capo della redazione milanese ed in seguito inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Come corrispondente ha raccontato dapprima le vicende della Silicon Valley; ha lasciato poi gli Stati Uniti per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. Ha insegnato alle Università...

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