Dov'è finita Audrey?

Libro rivolto ai ragazzi, ma anche a lettori adulti. Affronta il tema della conseguenze del bullismo su un’adolescente con delicatezza e un po’ d’ironia. Arrivati in fondo, pero’, lascia un senso di incompletezza.

Diciamo che lo ho trovato meno "spassoso" della serie I love shopping e forse più indicato per un'adolescente ma la lettura rimane piacevole

Il fatto che sia un libro per ragazzi forse lo so capisce dalla prosa senza fronzoli che va dritta al punto. Oppure dal fatto che si parli di depressione e bullismo con una schiettezza tipica degli adolescenti. Per il resto però, penso sia un libro da leggere a tutte le età. Audrey ci racconta in prima persona la sua malattia, come è apparsa e come ha cambiato la sua vita e quella della sua famiglia. Lo fa in modo semplice, confidenzale, ma i temi trattati non sono affatto semplici. Ho apprezzato tanto le riflessioni, le verità che ho letto tra le righe e l'intensità di alcune frasi che rendono reale il dolore. E poi c'è Linus, che riesce a scalfire il muro che Audrey ha costruito e con grande delicatezza le si avvicina. Non esagera, rispetta i suoi tempi, sdrammatizza senza offendere. Il messaggio che il libro vuole dare non è che "l'amore risolve tutto", ma che noi siamo artefici della nostra vita e che se vogliamo stare meglio dobbiamo darci da fare. Linus da ad Audrey la forza di reagire e darsi un'altra possibilità, le dona coraggio e consapevolezza. Ma non é cosi facile e Audrey crolla di nuovo. E così tra alti e bassi, arriviamo alla conclusione della storia felici che lei abbia finalmente gettato via gli occhiali scuri ma consapevoli che la battaglia è ancora lunga ma uno spiraglio di luce c'è e si vede. Ho apprezzato anche molto il fatto che la famiglia sia rappresentata in modo molto semplice, comune, senza troppe uscite da supereroi. Anzi, sono molto evidenti le debolezze, le falde le spaccature ma c'è comunque un messaggio di speranza. Si vuole comunicare che la vita per tutti, anche per chi non soffre di depressione, è fatta di alti e bassi e che dobbiamo anche un po' accettarli e non starci troppo male o pretendere che ci siano solo alti perché a volte i bassi sono quelli che ci insegnano di più. La Kinsella mi conquista ancora! Consigliatissimo!