Poesie. Testo inglese a fronte

Seamus Justin Heaney è stato un poeta nordirlandese, Premio Nobel per la letteratura nel 1995, massimo rappresentante contemporaneo del rinascimento poetico irlandese. Tutta l’opera di Heaney è legata al legame con la terra, alla natura e al sofferto indipendentismo irlandese, tantoché ebbe a dire che lui userà la penna come suo padre e suo nonno hanno usato la vanga. E’ da anni che volevo leggere qualche sua raccolta poetica, poi in biblioteca mi sono trovato davanti il Meridiano uscito per Mondadori nel 2016 e non ho saputo resistere. Peccato, che non sono entrato particolarmente in sintonia con la sua poetica, anche se gli riconosco l’abilità di scrittore, una poesia molto colta con infiniti rimandi intertestuali come quello più volte ricorrente alle cantiche della Commedia di Dante Alighieri. Riporto la poesia che più mi è piaciuta: Strano frutto Ecco la testa della fanciulla come a una zucca esumata. Faccia ovale, pelle di prugna secca, noccioli di prugna tra i denti. Hanno svolto la felce bagnata dei suoi capelli e messo in mostra la loro voluta, lasciando all’aria toccare la sua cuoiosa bellezza. Testa di sego, tesoro deperibile: il suo naso spezzato è buio come una zolla di torba, le orbite vuote come pozzanghere in vecchie miniere Diodoro Siculo confessò il suo agio crescente tra cose del genere: assassinata, obliata, senza nome, tremenda decapitata ragazza che annichila ascia e beatificazione, che annichila ciò che iniziavi a sentire come rispetto.