Il codice Rebecca

Classico thriller storico che ti trascina una pagina dietro l’altra in puro stile Follett, questa volta però - secondo me - non proprio al meglio, almeno rispetto ai suoi capolavori di quel periodo di inizio anni ottanta (“La Cruna dell’Ago” e “Triplo”). Pesano gli stereotipi di alcuni personaggi: il cattivo-cattivissimo; la bella & perversa contrapposta alla bella & buona; l’eroe-salva-tutto che (addirittura) raddrizza le sorti di una guerra già perduta, prima di chiudere in un rassicurante quadretto familiare. Così come ci fa sorridere – col senno dell’oggi - il paternalismo (coloniale) degli ufficiali inglesi verso il popolo egiziano e il manierismo di certi spunti della guerra nordafricana («… colti di sorpresa, la maggior parte dei soldati italiani furono fatti prigionieri in pigiama»). Sembra un po’ la trama di una miniserie televisiva – che infatti non mancò – o di un film alla 007. Epperò che dire: Ken Follett si legge sempre volentieri, anche nelle sue cose minori!

Mi è piaciuto tantissimo. Sono un'appassionata del genere e l'ho trovato ben scritto e con personaggi descritti molto bene. Lo consiglio.

Una spy story coinvolgente e con una bella ambientazione, non ho condiviso lo sviluppo della storia d'amore, un po' banale, frettolosa la descrizione della sconfitta di Rommel.