Il piacere

Ancora oggi dopo tanti anni sprigiona una forza incredibile. Conquista lettori che ne restano senz'altro affascinati dalle storie d'amore, le ricche descrizioni e il raffinato senso estetico che D'Annunzio ha infuso in questo romanzo.

Capolavoro dell'esteta per eccellenza, che cattura non tanto per la trama, quanto per il linguaggio di ipnotica eleganza.

Il conte Andrea Sperelli-Fieschi d'Ugenta, non mi è molto simpatico, è un egoista saccente che mente sapendo di mentire, utilizzando, ad ogni modo, parole sublimi che, probabilmente, solo il Vate abruzzese poteva immaginare. Personalmente, ho apprezzato moltissimo il libro secondo in cui il corteggiamento verso Donna Maria Ferres, questa volta privo di menzogne, raggiunge livelli altissimi con le descrizioni di sentimenti e stati d'animo, non altrimenti esprimibili se non, non altrimenti concepibili; così come le impressioni riportate da quest'ultima nel suo diario sono di straordinaria bellezza. Tutto ciò, all'interno di una storia che, nonostante le ricchezze, le conquiste sentimentali, i duelli, i poemi, le suppellettili antiche, i fiori e la splendida rappresentazione della natura e di Roma, resta triste e monotona.