Il paradiso delle signore

Questo romanzo ha moltissimi punti che ho trovato interessanti. 1) il tema trattato, che rappresenta, credo, una sorta di unicum nel panorama letterario. L'avvento dei grandi magazzini che si impongono prepotentemente sul mercato, non lasciando spiragli alla concorrenza, il capitalismo che si evolve, mantenendo la sua fredda potenza, i piccoli negozi che con orgoglio tentano di resistere disperatamente, una nuova classe sociale che si afferma, fatta di commesse/i, vetturini, aiutanti, inevitabilmente sfruttati. Ci sono anche elementi davvero attuali, come la dipendenza da shopping sfrenato e la cleptomania. 2) i personaggi sono tanti e interessanti, Denise, per quanto indubbia eroina, però mi è sembrata un po' poco approfondita, mentre ho apprezzato molto Pauline, che si pone come voce fuori dal coro. 3) La descrizione delle donne, affamate di merci bellissime o pronte a vendersi per sopravvivere a mio parere è un po' troppo dura e stereotipata, per quanto possa essere vista come una critica del tempo. 4) le descrizioni sono magnifiche nella loro ridondanza, sembrano proprio ricreare l'accumulo di merce inutile che si propaga ovunque.

Bellissimo!

Vetrate di cristallo, lunghe gallerie di saloni inondati di luce, marmo, cartigli dorati, vetri specchiati e poi mosaici, fiori multicolori, targhe e cristalli. Un tempio eretto alla follia dissipatrice della moda che domina un quartiere di angoli bui, di piccole botteghe che non riescono a tenere il passo, di vetrine polverose e scadute, di merci che nessun occhio guarda più. Zola perfetto ritrattista del tempo, per oltre 400 pagine mi ha tenuta ancorata al suo grande magazzino, fuori solo la punta del piede. Un romanzo pieno, minuziosamente descrittivo, molto attuale nei temi.