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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2000
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Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Avevo dimenticato di leggere questo romanzo, io che ho letto tutti i romanzi di Javier Marias,e l'ho trovato bellissimo, divertente, profondo,con un bel ritratto di questi professori oxoniensi, che devono essere molto arguti e spiritosi.Purtroppo Javier Marias è mancato e sarà difficile trovare qualcuno che scriva altrettanto bene...
In questo romanzo l'autore e il narratore coincidono. Marìas prende spunto da una serie di eventi capitatigli nel corso della sua vita per narrare qualcosa di non facile da esprimere a parole: potrei dire il significato dell'esistenza, forse, o semplicemente la vita (non la sua, o meglio dalla sua quella di tutti). Ogni argomento, anche quello apparentemente più insignificante, è spunto per alcune delle riflessioni più belle e profonde che ho letto ultimamente. Potrei dirvi qui alcuni degli argomenti che tratta: la vita dello scrittore John Gawsworth, re di Redonda, come pure quella di Wilfrid Ewart e di MP Shiel; la conoscenza che aveva del portiere dell'università di Oxford; o dei signori Stone, librai di Oxford che credono, a torto ma anche a ragione, di esser stati ritratti come personaggi in un altro libro di Marìas; il fratello più grande e al tempo stesso più piccolo dell'autore; le luci elettriche che rimangono accese in strada all'alba per qualche momento nonostante il sole sia già sorto; e così via. Ma non è questo il contenuto del libro, è altro e io non voglio né sono in grado di trasmettervelo come invece fa benissimo Marìas. Un capolavoro, insomma, che ha come uniche pecche forse alcune piccole ripetizioni di temi in capitoli diversi (all'inizio formano un bel gioco ad incastro, riflessioni che sembravano casuali e poi trovano il loro posto e la loro ragione, ma verso la fine la cosa sembra un po' forzata) e il fatto che può, mi rendo conto, non piacere a tutti. Chi cerca un inizio e una fine e anche una trama non li troverà, qui. Ma troverà ben altro se avrà il piacere di leggere questo libro. Io posso dirvi che sono rimasto molto colpito.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Sono troppi quelli che nascono ed è come se non fosse avvenuto e come se non fossero mai esistiti; sono così pochi quelli di cui si conserva memoria e ci sono tanti che muoiono presto come se il mondo non avesse la pazienza di assistere alla loro vite o avesse fretta di liberarsene."
Dietro un titolo originale, tratto dalla Tempesta di Shakespeare, si nascondono moltissimi personaggi che attraversano, quasi come schegge impazzite che l'autore non riesce a "tenere a freno", le pagine del nuovo romanzo (ma si può davvero definirlo tale?) di un autore molto amato (e molto venduto) in Italia: Javier Marías.
Come una manciata di biglie scivolate sul pavimento le storie sembrano sfuggire allo stesso autore in direzioni diverse, intersecandosi, scontrandosi e poi rotolando ognuna verso il proprio angolo, senza un percorso preciso. Ma il lettore più attento, che conosce l'opera dello scrittore spagnolo, riconoscerà in queste storie personaggi già visti, situazioni già narrate, brani di vicende già sentite. Cambia la prospettiva con la quale l'autore racconta.
Dopo poche pagine parrebbe indispensabile la conoscenza dell'opera omnia dello scrittore e, in particolare, di quel romanzo apparentemente autobiografico (ma che autobiografico non è, come afferma lo stesso Marías) che si intitola Tutte le anime. Ma dopo poche pagine ancora, si scopre che non è affatto necessario aver letto e ricordare "al dettaglio" quelle pagine. Perché Marías ce le racconta nuovamente e le presenta sotto un altro punto di vista. È un compendio, talora un po' troppo autocelebrativo, di quello che è stato il percorso dell'autore, specie nei dieci anni che dividono la creazione di Tutte le anime e l'uscita in libreria di Nera schiena del tempo. Chissà quanto di realmente autobiografico c'è in questo libro e quanto invece è divertimento e invenzione. Difficile dirlo anche perché Marías non ce lo svela mai. Però c'è una buona dose di "reale" che arriva attraverso alcuni nuovi protagonisti, le persone che in questi anni hanno "tormentato" il narratore chiedendogli conto delle coincidenze tra loro stessi e i personaggi inventati in Tutte le anime. Insegnanti, studenti, amici che riconoscendosi, a torto o a ragione, in quei cloni letterari, hanno voluto in qualche modo prendere la parola e ai quali Marías ha offerto uno spazio in queste pagine, senza intervenire sui fatti già accaduti. "Non si può correggere il passato" e anche nella scrittura l'autore si attiene ai principi di conoscenza che reggono la vita.
Dunque, parzialmente protagonista del romanzo è proprio il rapporto tra realtà e finzione, a volte lineare a volte molto complesso. Il parlare di sé viene mescolato con i fatti vissuti, con il "saputo", con ciò che si è sentito dire, in un libro che si mantiene narrativo, nonostante tutto. E dalle pagine emergono prepotentemente alcuni personaggi "storici", altri scrittori, avventure originali: biglie che rotolano in tante direzioni. Una storia per tutte, quella dell'isola di Redonda, passata di proprietà da scrittore in scrittore, sino allo stesso Marías. La ricostruzione della intricata vicenda ha per protagonisti Matthew Shiel, autore del capolavoro La nube purpurea, e John Gawsworth, già citato in Tutte le anime, personaggi reali che sembrano fantastici, così come immaginario appare il regno di Redonda, ora governato dal suo unico suddito: Marías.
Pietro Citati ha scritto: "Nera schiena del tempo di Javier Marías è il libro più singolare che abbia mai letto nella mia lunga vita di lettore. Per un verso, è un libro brutto: oso dire molto brutto ... Per l'altro verso è bellissimo e rarissimo".
Non perdetelo.
A cura di Wuz.it
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