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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2015
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Bel libro - l'unico in giro -sulle vicende complessive legate all'abbazia borgognona di Cluny, seconda solo a San Pietro di Roma per ricchezza e grandezza, ormai scomparsa completamente anche da un punto di vista fisico, ma che nel periodo che va dalla fondazione nel 910 alla conquista da parte di Luigi VII nel 1166, fu la piu' potente struttura ecclesiastica dell'Europa cristiana. I suoi abati e l'ordine furono un punto di riferimento artistico, culturale, economico della Francia post carolingia. Scritto pianamente il volume, che presuppone comunque una conoscenza discreta delle problematiche storiche medievali.
Ottimo testo storiografico, scorrevole e ricco di contenuti. Consigliato ad un pubblico istruito.
Si tratta di un testo ricco in cui la storia di Cluny si articola, in contemporanea, a svariate considerazioni sulle idee e sulle percezioni dell’uomo medievale. L’autore dà troppo per scontate tutte una serie di nozioni, a lui familiari, che così diffuse non sono, per cui in alcuni punti il testo pecca di poca chiarezza. Ad esempio quando si parla dello scisma del 1131, non si cita che Gregorio Papareschi, che per l’autore si chiamava invece Frangipane, diventerà poi Innocenzo II, lasciando alla ricerca del lettore su altro testo la conferma della deduzione. Nella prima parte mi è sembrata troppo ridotta la discussione sulle origini del monachesimo cluniacense, sarebbe stato necessario qualche accenno in più alla rinascita carolingia ed al successivo appoggio dato da Ludovico il Pio alle riforme di Benedetto d’Aniane, piuttosto che la lunga descrizione della figura di Guglielmo d’Aquitania e delle sue parentele. Decisamente superiore come approccio storico la seconda parte del libro con l’approfondita spiegazione politica delle ragioni del declino dei cluniacensi, perdenti nel confronto politico con i cistercensi.
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