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Intendiamoci, non è il Fuoco sulla Montagna (del 1977), romanzo a scrittura lineare, diretta, senza fronzoli, prosa limpida ed efficace. E non è neppure il Villaggio sul Mare (del 1982), definito libro per ragazzi ma altrettanto valido per adulti, una specie di libro Cuore, dall’inizio quasi tragico e dal lieto fine. In questo romanzo (del 1980) l’autrice ha voluto inscenare il rapporto tra tre fratelli, il maggiore, Raja, e le due sorelle (Bim e Tara). Quest’ultima si è sposata e si è trasferita a vivere in America. La ritroviamo in uno dei rientri a Delhi, nella vecchia e fatiscente casa dell’infanzia, intenta a ricucire faticosamente i rapporti con l’anziana sorella Bim, rimasta nubile. Sullo sfondo di queste vicende familiari s’intrecciano i drammatici eventi della divisione tra India e Pakistan nel 1947, con sanguinose repressioni da entrambi le parti contendenti. Purtroppo qui Desai abbandona l’asciutto stile del primo romanzo a favore di un linguaggio barocco e ridondante, infarcito di continue metafore. Lo sfondo storico, che avrebbe potuto irrobustire il racconto, è appena accennato e mantenuto sfocato in lontananza. Inoltre il nodo dei rapporti tra i tre fratelli non è per nulla risolto e il romanzo naufraga in un nulla di fatto.
Anita Desai ha uno stile inconfondibile, semplice e profondo nello stesso tempo. Belle le figure femminili tra passato e presente, tra la loro vita e la storia dell'India tra l'indipendenza, la divisione dal Pakistan e la morte di Gandhi. Un libro leggero, ma triste allo stesso tempo con chiari riferimenti alla cultura indiana attraverso alcune metafore, ma che si conclude con uno spiraglio di speranza: la chiara luce del giorno.
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