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A me non piace molto lo stile di Sorokin, ma ci tenevo a dire che il finale del libro è così perchè Ghiaccio fa parte di una trilogia, la storia continua.
L'umanità è dormiente e vuota, ha in petto un cuore morto che batte il ritmo di esistenze vacue destinate a finire qualche metro sotto terra. Ma esistono dei privilegiati, dei dormienti che vanno risvegliati perchè si innalzino al di sopra delle altre macchine di carne e rimettano ordine negli equilibrii primigeni del cosmo: per fare ciò una misteriosa setta vaga per la Russia alla ricerca di soggetti d'ogni età, ma accomunati dal fatto di avere tutti occhi azzurri e capelli biondi. Quando i potenziali prescelti vengono individuati, qualcuno li rapisce, li colpisce con una mazza di ghiaccio sul petto nudo, chiedendo loro di parlare col cuore: molti non sopravviveranno al trattamento, altri svaniranno nel nulla. Follia, satanismo, neo-nazismo che porta alla ricerca della razza ariana super-pura? Sorokin narra questa vicenda misteriosa con sapienza, lasciando aleggiare un alone di mistero lungo molte delle oltre 300 pagine di Ghiaccio (edito Einaudi), tanto da indurci a leggerlo fino all'ultima riga. Peccato che il romanzo abbia più di una pecca: innanzitutto è suddiviso in quattro parti, delle quali le prime due sembrano racconti indipendenti, sebbene accomunati dal protagonista principale - il ghiaccio - mentre le altre due (poche pagine ciascuna) sono slegate dalla vicenda e generano una fittissima nebbia siberiana sul significato dell'opera. La mancanza di un finale logico è un'altro neo dello scritto di Sorokin: certo, possiamo trarre le nostre conclusioni e fare le nostre congetture, ma riuscire a venire a capo della quarta parte risulta davvero complesso. In generale è un discreto romanzo, questo Ghiaccio, in bilico tra il thriller, la fantascienza e il romanzo storico, che scorre fino a due terzi della sua lunghezza senza troppi intoppi, ma una volta giunti alla parola fine fa venir voglia di lanciarlo giù dalla finestra. Squagliato!
Libro interessante. Molto bravo l'autore, non privo di genio, a confondere i confini tra bene e male costringendo il lettore a considerazioni al limite dell'accattabile. Una storia avvincente, originale e visionaria con un finale ambiguo che, devo ammetterlo, mi ha lasciato qualche perplessità.
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