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Anno edizione: 2015
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Un libro strano, pieno di fantasmi. Marlowe, Stanlio, John Wayne, Dick van Dyke, Chaplin e Soriano stesso. Un improbabile manipolo di tipetti di difficile gestione e armonizzazione in uno pseudogiallonerastro piuttosto caotico e poco plausibile seppur nella sua voluta inverosimiglianza, ma l'ho detto, è un libro strano. Un misto di non so che, non l'ho capito molto bene. Fra realtà e immaginazione/allucinazione; una specie di sogno lucido di Soriano, un piuttosto dramático y triste 'Chi ha incastrato Roger Rabbit' nel senso della commistione. Non l'ho trovato brutto (anche se non nutro particolare passione o interesse per nessuno dei succitati), anzi, si fa leggere benino per la sua scrittura spiccia e per quel po' di ironia, però più che originale mi è sembrato un po' caricaturale, ecco.
Idea eccellente quella di mettere in piedi una parodia che affianca lo show-business americano e l'hard-boiled puro e duro. Tuttavia l'insieme non gira come dovrebbe, nonostante lo stile gradevole ed il buon ritmo: l'operazione appare più come un'occasione persa e alla fine di indimenticabile, in effetti, rimane il titolo (fantastico!) del romanzo.
Racconto estremamente originale dove lo scrittore si mescola, insieme con una leggenda della letteratura hard-boiled come il detective Marlowe, con storici personaggi del cinema in un susseguirsi di scene al limite del surreale. Il libro non sembra avere un senso logico degli avvenimenti ma solo un unico fine: rendere giustizia a chi non l'ha avuta a causa delle vicissitudini della vita e renderla, ma in senso negativo, a chi l'ha ingiustamente ottenuta dimenticandosi degli amici. Ad ogni modo è un racconto che diverte, commuove in alcuni punti e ci fa riflettere sul mondo del cinema che tanto dà ma tanto toglie.
Recensioni
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È raro che una parodia superi l'originale ma Triste, solitario y final (1973), del grande scrittore argentino Osvaldo Soriano, è anche un'elegia, per il romanzo giallo e per il cinema. Soriano, infatti, resuscita Philip Marlowe, l'investigatore privato di Raymond Chandler diventato oggetto di culto tra i fans del sottogenere, e lo mette sulle piste di Stan Laurel e Oliver Hardy, John Wayne e Charlie Chaplin. Un eroe dell'«hard-boiled-school» si ritrova faccia a faccia con il vecchio cinema: un commosso, irriverente ricordo di due miti nordamericani diventati universali.
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