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Ritratto ottimamente riuscito di acerba ragazza egoista e vacua che, si intuisce, resterà tale anche da adulta, la cui riuscita aspirazione é la elevazione sociale al fine di evitare il cruccio di una qualsiasi incombenza lavorativa per la sopravvivenza. Un genere di personaggio che a lettura ultimata lascia l’amaro in bocca in quanto niente sembra in grado di redimere la superficialità dei suoi contatti umani; non l’amore che occasionalmente la sfiora né il pargolo suo occasionalmente concepito, sebbene quest’ultimo costituisca la ghiotta occasione che il destino le porge per la realizzazione dell’obiettivo.
L'esordio narrativo della giovane Ginzburg è un piccolo gioiello letterario. Un racconto triste ma ma non tetro, che non concede nulla ma scade mai. La maestria stilistica è già quella della grande scrittrice
Storia avvincente, nella quale emergono le passioni giovanili, gli egoismi, la vanità femminile, gli interessi personali, il cinismo, ma anche figure superiori e, purtroppo, tragiche come quella del Nini.
Recensioni
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La strada che va in città uscí nel 1942 sotto lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte, quando la scrittrice viveva a Pizzoli, in Abruzzo, dove aveva seguito il marito Leone, condannato al confino. E la storia di una ragazza che sceglie di fare un matrimonio d'interesse, di andare in città. Per poi accorgersi che il vero amore è altrove... Passioni senza via d'uscita, aspirazioni inutili e infantili, ristrettezze materiali e angustie morali, ambienti e piccole manie di una borghesia modesta, e tanta solitudine in una sfilata di donne destinate a rimanere sole: ecco i suoi temi distintivi, per nulla in potenza o embrionali, ma già ben individuati ed espressi. L'attenzione della Ginzburg per questo mondo dolorante è affettuosa, minutissima e ironica: la sua malinconia è un sorriso tranquillo, senza giudizi morali. C'è solo una contemplazione, che nasce dal «dentro», e che nelle opere successive si farà via via piú chiara e forte, quasi felice e trionfante. Con una nuova introduzione di Cesare Garboli.
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