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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2019
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Di tutti i racconti mi sono piaciuti maggiormente il cinico e devastante Una famiglia va al mare, un ritratto perfetto dell'insensibilità che sembra colpire sempre di più l'attuale società, Il dialogo sulla democrazia, che da solo giustifica la lettura dell'opera, e Leonid, sull'eterna discussione fra infanzia rubata e delinquenza, uno spaccato che delinea in modo egregio la psicologia di un mostro. La morte di Marx, che dona il titolo al libro, non parla della scomparsa di Carlo Marx, il noto filosofo ed economista, bensì di un altro Marx, uno straniero residente sulla Riviera Ligure, dalle abitudini sessuali diverse e barbaramente ucciso, un uomo solo, che nessuno ha mai veramente conosciuto, come provato dalle testimonianze di alcuni conoscenti. E la solitudine della vittima richiama quella della nostra umanità, vite che si sfiorano e che si bruciano in un attimo, relazioni interpersonali che cercano solo l'apparenza e si fermano a quella, senza andare oltre, in una superficialità frutto di un'omologazione che priva l'uomo moderno del piacere di scoprire non solo gli altri, ma anche se stesso. La lettura è più che consigliata.
Bello. Effettivamente da Vassalli si poteva chiedere di più ma... tutti i racconti ci fanno riflettere un attimino su quello che stiamo combinando: la macchina è diventato un dio vivente, la politica e la carriera sono diventate porcherie, l'amore vero ormai ha ceduto il posto ad una cosa talmente scialba che non dovrebbe nemmeno più conservare il nome "amore"... Insomma, uomini, dove stiamo andando??
Ho conosciuto Vassalli con “La Chimera”, forse il suo libro di maggior gradimento di pubblico, e ho voluto farmene un’idea più completa leggendo anche questo che era invece tra quelli meno apprezzati. Devo dire che esso mi ha confortato nel mio giudizio positivo su quest’Autore, trattandosi di racconti originali, ben scritti e coinvolgenti, tra i quali ognuno può trovare il filo conduttore che meglio crede, e che a me è parso il grumo di inconsapevole bruttezza che è insito in qualsiasi essere umano. Trovo, semmai, che la scelta (fatta forse dall’editore) del racconto di Marx per dare il titolo all’intero libro sia un po’ furbetta, per ammiccare a un pubblico più qualificato, quando invece il Marx in parola non c’entra nulla col teorizzatore del comunismo. Infine, credo che il prezzo di 10 euro e 50 sia un po’ alto per questo genere di lavori.
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