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Il libro nero - Orhan Pamuk - copertina
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libro nero

Descrizione


In una Istanbul labirintica e malinconica descritta con straordinaria vivezza e precisione, un giovane avvocato, Galip, parte alla ricerca della moglie scomparsa. Prima di lasciarlo, Rüya ha scritto una lettera d'addio, e al di là delle diciannove, vaghe parole contenute nel messaggio, Galip è colpito dal fatto che la moglie abbia usato una biro verde. Una biro come quella che Galip aveva perso in mare quand'era bambino durante una gita in barca con Rüya, e che Celâl, fratellastro di Rüya, aveva inserito in una magistrale puntata della sua rubrica sul "Milliyet" dove immaginava tutti gli oggetti che sarebbero venuti alla luce "il giorno che il Bosforo andrà in secca". Tutto a Istanbul è inestricabilmente legato, e come in un sogno tutto può assumere un altro significato e ogni nome diventare pseudonimo. Celâl è un giornalista importante, amato e odiato, ma comunque molto letto. Dice di sé che avrebbe preferito occuparsi soltanto di argomenti solenni, battaglie decisive e amori infelici. Si ritrova invece a essere uno scrittore "pittoresco", impegnato in un'opera enciclopedica di ricostruzione della città, attraverso gli oggetti della modernità dai nomi occidentali e quelli polverosi e mezzi rotti della tradizione ("le cose che ci siamo lasciati alle spalle"). Ma Celâl non può aiutare Galip nella sua indagine perché è scomparso anche lui.
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Dettagli

2007
19 giugno 2007
510 p., Rilegato
9788806187835

Valutazioni e recensioni

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Rosa Pennisi
Recensioni: 5/5

Ho appena finito di leggere il Libro Nero. L'ho letto in un mese.È un libro ipnotico, fantastico. Ammetto che la lettura non è semplice, ma l'impegno richiesto viene ripagato dalle sensazioni provate.Io amo Istanbul e ,avvolta nel vortice delle frasi di questo libro, sono riuscita a cogliere l'anima malinconica e confusa della citta'. GRAZIE ORHAN PAMUK

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Vincenzo inchingolo
Recensioni: 5/5

Ieri ho finito di leggere dopo mesi, anni, Il libro nero di Pamuk. Il libro più sfiancante, denso, eccessivo, caotico, poetico, nostalgico, aberrante,dantesco, letterario mai letto! Sublime. Questa letteratura, involontariamente filosofica, più delle scienze , analitica, diversamente poetica e a volte, raramente, dantesca (appunto), traccia i confini della incomprensione empatica universale di un uomo intelligente.E ti senti vicino a chi riconosci come tuo simile.Ecce homo!

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Enrichetto
Recensioni: 4/5

Libro non semplice, a tratti ipnotico. L'autore sembra giocare col lettore, sommergendolo di suggestioni, digressioni e storielle a non finire. La trama c'è ma è secondaria, alla fine restano sensazioni e una grande ammirazione per questo terribile affabulatore. Non mi piace polemizzare con gli altri recensori ma che noia questi guru che si ergono al di sopra della massa ignorante. Quanto gli piace sentirsi speciali...

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La recensione di IBS

In una Istanbul allo stesso tempo reale e fiabesca, il giovane avvocato Galip scopre improvvisamente che sua moglie Rüya è svanita nel nulla. Dai pochi indizi lasciati, Galip presume che si sia rifugiata a casa del fratellastro Celâl, un celebre giornalista, autore di articoli provocatori per il quotidiano "Milliyet". Ma anche Celâl è introvabile, quasi non fosse mai esistito. Alla disperata ricerca del proprio sogno perduto (Rüya in turco significa sogno) Galip, in un progressivo e ambiguo processo di assimilazione, assume via via l'identità e la personalità del cognato - va persino ad abitare a casa sua - mentre vaga per una città in cui Oriente e Occidente, tradizione e modernità, confluiscono esplodendo in una ridda di contraddizioni insolute. Galip, simbolo della Turchia attuale che ha smarrito la memoria storica e la capacità di immaginarsi un futuro, si spingerà troppo nel gioco di specchi fino all'amaro e inevitabile epilogo.
Quest'ultimo libro del Premio Nobel Orhan Pamuk è un omaggio al romanzo giallo in cui la ricerca di una donna scomparsa diventa la chiave di lettura per interpretare i fili della cultura turca e l'inquietudine dell'identità islamica di oggi. Un mirabolante arazzo intessuto di racconti fantastici, bizzarre coincidenze, spunti esoterici, misticismo sufi, simboli fiabeschi, ricordi d'infanzia, satira politica e allusioni letterarie. Una storia che ha il fascino delle "Mille e una notte" e il vigore di una moderna epopea nazionale, tradotta per la prima volta direttamente dal turco.

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Conosci l'autore

Orhan Pamuk

1952, Istanbul

Scrittore turco, Premio Nobel per la letteratura nel 2006. Abbandonati gli studi di architettura, esordisce con il romanzo Il signor Cevdet e i suoi figli (1982), affresco di tre generazioni ambientato nel quartiere natio di Nisantasi, con il quale ottiene grande successo; cui sono seguiti La casa del silenzio (1983) e Il castello bianco (1985), nei quali l’incontro tra un giovane veneziano e uno studioso ottomano è pretesto per affrontare quello, problematico e conflittuale, tra Oriente e Occidente. Lo stesso tema ricorre, declinato in modi diversi, anche nei più recenti Il mio nome è rosso (1998, premio Grinzane) e Neve (2002), dai risvolti più marcatamente politici. Istanbul (2003) ha affascinato per l’abile tessitura che cuce...

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