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Le piccole memorie
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Le piccole memorie - José Saramago - copertina
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piccole memorie

Descrizione


José Saramago è rimasto molto legato al bambino che era, ed egli stesso si sorprende della quantità di ricordi che serba dell'infanzia e dell'adolescenza. "Le piccole memorie" copre i primi quindici anni della sua vita, dalla nascita, nel 1922, nel paese di Azinhaga, nel Ribatejo, agli studi nella scuola industriale di Lisbona. Ricorda il convivio con il nonno contadino, un uomo saggio e analfabeta, con il quale imparò a badare ai maiali e a osservare la Via Lattea. Parla del trasferimento a Lisbona, dove il padre va a lavorare come agente di pubblica sicurezza, e dove la famiglia andrà ad abitare in piccole stanzette di quartieri popolari, sempre all'ultimo piano, perché dagli affitti più a buon mercato. Altri ricordi rivelano la fonte di ispirazione di futuri romanzi, come la gita a Mafra, che avrebbe dato lo spunto, mezzo secolo dopo, all'ambiente di "Memoriale del convento"; o le ricerche all'anagrafe, in cerca dei certificati del fratello Francisco morto in tenera età, che avrebbero fornito materiale per l'impiegato della Conservatoria del Registro di "Tutti nomi".
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Dettagli

2007
120 p., Rilegato
9788806187934

Valutazioni e recensioni

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marco
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Dopo la delusione di "Oggetti quasi" J.Saramago si conferma in questo libro un autore di spicco riportando alla memoria la propria infanzia non certo felice ma descritta in modo mirabile come solo lui riesce a fare.

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Voce della critica

Uno scrittore non nasce quando viene alla luce, ma quando pronuncia, comprende e si appropria della sua lingua, delle parole su cui costruirà vita e professione. È la lingua il motore dell'esistenza di un narratore, è attorno alle parole che si costruiscono i romanzi, così come si esprimono le riflessioni personali, le gioie e le delusioni di ogni giorno. In questo libro sui ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza di José Saramago, la vita ha inizio nelle aule di scuola, e ogni memoria è legata a un evento linguistico, alla storpiatura di un termine (con qualche sospetto di dislessia), alla conquista di un significato, all'epifania di un senso. La lingua è per l'autore espressione della differenza di classe nella società di primo Novecento, lo dimostra l'intolleranza da parte dei più umili nei confronti di vocaboli considerati eruditi (si preferisce "pitale" a "orinale", "forse perché il plebeismo superava i limiti della tolleranza lessicale delle famiglie"), ma anche l'episodio del medico che preferì "rotula" a "ginocchio", parola "troppo comune, indegna della sua persona". Sono dunque i ricordi dello stupore provato per le novità linguistiche, per la concretezza lessicale della parlata dei più poveri, per il fascino esercitato dal registro colto dei più abbienti.
Ricordi che raccontano la scoperta della lettura, un evento che in José Saramago precedette la comprensione dei significati stessi, quando riconoscere le sillabe che formavano le parole "era come trovare lungo la strada un cippo lì a dirmi che andavo bene, che ero nella direzione giusta". L'esempio più significativo è allora l'episodio della confusione tra le parole "rallentatore" e "redentore", quando, durante un gioco con i compagni, fingendo di cadere al rallentatore, l'autore ricorda di avere accompagnato l'azione con la didascalia "è a redentore", forse nella speranza di suscitare qualche stupore per tanta competenza linguistica. In fondo, come scrisse Luigi Meneghello in Libera nos a malo, "la parola nuova era l'evento stesso" (Libera nos a malo, Mondadori, 1986).
Ma sono parole anche i nomi che, nient'affatto casuali, ci accompagnano per tutta la vita e che per l'autore sono fonte di riflessioni e di scoperte, come il fatto singolare di avere ribattezzato il proprio padre, dato che un ubriaco ufficiale dell'anagrafe aveva registrato il neonato José con il soprannome di famiglia, Saramago appunto, obbligando il genitore ad aggiungere al proprio cognome quello che solo suo figlio possedeva.
È dunque un libro semplice, piacevole, dalla scrittura piana e priva delle invenzioni saramaghiane a cui siamo abituati. Sono ricordi normali, piccoli, di un bambino senza grandi risorse che guarda il mondo incuriosito da ogni più piccola realtà e, nel contempo, sono le parole di un adulto che ripesca nel proprio passato l'origine dell'ispirazione di tutte le proprie opere, tratta da eventi del quotidiano di cui siamo tutti involontari protagonisti. Qui si comprende quanto possa essere straordinaria la normalità.
  Daniela Di Pasquale

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Conosci l'autore

José Saramago

1922, Azinhaga

Narratore, poeta e drammaturgo portoghese, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Costretto a interrompere gli studi secondari fece varie esperienze di lavoro prima di approdare al giornalismo che ha esercitato con successo su vari quotidiani. Dopo il romanzo giovanile Terra e due libri di poesia caratterizzati da una forte sensibilità ritmico-lessicale, si è rivelato acquistando fama internazionale con un'originale produzione narrativa in cui rielaborazione storica e immaginazione mistica e allegorica, realtà e finzione si mescolano in un linguaggio tendenzialmente poetico e vicino ai modi della narrazione orale. Tra le sue opere più note pubblicate da Feltrinelli: Il vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità, Tutti i nomi, L'uomo duplicato,...

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