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Anno edizione: 2010
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Molto ben fatto, come tutti i romanzi della serie dedicata all'ineffabile eunuco Yashim. Chissa' che prima o poi non si faccia una riduzione cinematografica di qualcuno di questi romanzi? Sarebbe un'iniziativa piu' originale dei soliti remake biblici tipo Noe' o pseuo-storici tipo Ben Hur.
Era il primo libro dell'autore che leggevo (su consiglio di un amico) ma mi ha deluso tantissimo. L'utilizzo di nomenclature arabe (spesso utilizzate come sinonimi)crea continua confusione durante la lettura. Ma soprattutto non si capisce nulla della storia e dei personaggi. Forse si dà per scontato che il lettore abbia già letto i libri precedenti? Accettabile solo l'affresco veneziano dell'epoca.
Molto bello anche l'ultimo libro della serie di Yashim. L'ambientazione a Venezia lo rende ancora più intrigante (per chi ama la serenissima). Da leggere tutto d'un fiato come gli altri due....e aspettiamo il prossimo! ;-)
Recensioni
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Di Jason Goodwin, esperto di storia bizantina, quest'anno Einaudi ha pubblicato due volumi: I signori degli orizzonti, saggio storico sull'impero ottomano, e Il ritratto Bellini, terzo giallo della fortunata serie dedicata al detective eunuco Yashim. L'oggetto di indagine del primo, ossia le interessanti vicissitudini dell'impero turco, fa da sfondo al secondo, nel quale l'autore, con l'acribia dello storico, sa ricostruire in modo convincente luoghi e situazioni. Questa volta però, rispetto ai precedenti romanzi (L'albero dei giannizzeri, 2006 e Il serpente di pietra, 2007), non è Istanbul a prestare le proprie intricate vie e i colorati bazar alle peripezie dell'intrigante Yashim. La complessa trama del giallo si sposta infatti a Venezia, ex Serenissima ormai sulla via del declino, accelerato dalla dominazione austriaca. Siamo nel 1840. Il giovane sultano turco Abdülmecid desidera entrare in possesso del ritratto di Maometto II il Conquistatore, datato 1480 e attribuito al veneziano Gentile Bellini (la tela si trova ora alla National Gallery e il suo viaggio è ripercorso dall'autore in appendice), di cui vengono individuate le tracce proprio a Venezia. La ricerca di Yashim e dell'amico Palewski, ambasciatore di Polonia presso la Sublime porta, si snoda per le calli di una Venezia "tale e quale ai Canaletto appesi nella residenza dell'ambasciatore inglese, solo molto più in grande", tra il Caffè Florian e il Fondaco dei Turchi, attirando una sequela di indecifrabili delitti. Accanto all'originalità del plot, si rintracciano dettagli ormai ricorrenti nei romanzi di Goodwin, come l'incontro di Yashim con una donna dalla bellezza irresistibile, sfibranti lotte fisiche, ricette di cucina e libri francesi. Una combinazione che sembra funzionare. Si può perciò perdonare all'autore la citazione del "Gazzettino", quotidiano veneto che sarebbe stato fondato qualche decennio più tardi (1887).
Rossella Durando
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